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la redazione

LE TAVERNE, I BAR E IL GIOCO DEL TOCCO (U TUOCCU)




Qualche settimana fa per merito dell’associazone ECOMUSEO PETRA D'ASGOTTO NICOSIA, sono stati riportati in vita alcuni antichi gioco popolari , noi di Germinal voglia contribuire al tentativo di far rinascere questi antichi giochi, parlano si di un gioco antico ma che morto non è.

IL GIOCO DEL TOCCO.

Il tocco (u tuoccu), è ancora oggi “praticato” in molte taverne e bar siciliani e costituisce, in generale, un tradizionale modo di bere in gruppo la cui diffusione è attestata dall’ antichità.

U toccu, che in origine aveva luogo nelle bettole, osterie siciliane di infimo rango, prevede che i convitati, attraverso la conta delle dita designino il re du ‘toccu, cioè ‘u patruni, che diventa signore assoluto del vino o della birra, potendone bere quanto ne desidera e con l’aiuto e il consenso du suttupatruni, decide chi deve bere, quanto e come.

Inoltre, la giocata può essere accompagnata da scherzi di vario genere, espressioni sarcastiche e pungenti, e soprattutto in passato, da canti popolari ma anche dal suono della chitarra, del mandolino o della fisarmonica.

Il gioco è anche diffuso molti paesi della Francia meridionale.

In Sicilia, tradizionalmente giocavano al tocco le fasce più marginali, come il sottoproletariato, contadini o braccianti, o quelle maggiormente sottoposte a rischi nella dura lotta per la sopravvivenza come gli zolfatai e i cavatori di pietra e i marinai.

Ancora oggi nelle taverne o in qualche bar di periferia chi si riunisce per giocare al tocco fa parte di una classe sociale che nulla a che spartire con i ricchi o molti appartenenti alla borghesia.

Per ritornare alle origini del gioco del “tocco”, esso, si è sviluppato, inizialmente, presso i romani, per arrivare fino ai nostri giorni.

In pieno Ottocento, Antonino Traina, nel suo vocabolario siciliano-italiano, definisce ‘u toccu con queste parole “giuoco plebeo che consiste nel disporre e bere del vino messo in giuoco, con inviti e diritti secondo regole”.

Infatti, si tratta di un gioco di società che prende spunto e ispirazione dalle attività ludiche effettuate con il vino.

Il gioco “du toccu”, può essere considerato una forma di “ convivialità laica”, in quanto mancano completamente tutti quegli aspetti sacrali, cerimoniali, religiosi.

In conclusione, possiamo dire che “u toccu” nasce e si sviluppa tra quelle parte delle comunità più popolane ed ha come struttura portante , il piacere della convivialità, dello stare insieme, del divertirsi e anche del ciarlare, tutto ciò favorito, ovviamente, dal vero e proprio protagonista: il vino, o come oramai accade da decenni nella nostra comunità, la birra, ottima amica per abbassare i freni inibitori e rendere le serate più allegre.


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