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Immagine del redattoreGabriella Grasso

Leonforte. Dove sono i medici argentini?

Alfredo Vasta, attivista del primo comitato per la salvaguardia dell'ospedale Ferro/Branciforti/Capra, chiede ai sindaci e agli onorevoli regionali dove stiano i medici argentini. Perché, domanda Alfredo Vasta, non si attua il decreto assessoriale del gennaio 2023? Lungaggini burocratiche e complessità varie hanno impedito ai 100 medici argentini di giungere nell'ennese e in special modo a Leonforte. Intanto la Tac a 128 strati è stata montata e l'altro presidente del comitato pro F/B/C , Salvatore Castrogiovanni, ne ha monitorato la messa in atto, minuto dopo minuto. A Leonforte esistono, da anni, due comitati pro ospedale, usati, indifferentemente, dall'evanescente eminenza grigia, per accontentare il popolo questuante ora con l'una ora con l'altra priorità: medici o Tac, mai insieme e sempre in antitesi. Strumenti di diagnosi o medici in grado di usarli adeguatamente non devono coesistere altrimenti la questione ospedaliera non avrebbe più ragione d'essere. Potremmo ovviare adeguando la Tac a distributore di diagnosi un tanto al chilo. Potrebbe il paziente inserire un gettone nell'apposita fessura, distendersi sul lettino e aspettare la diagnosi a mo' di scontrino così risparmieremmo sul personale . Alfredo Vasta accusa i poteri forti di agire contro l'interesse dei cittadini dell'entroterra ennese. La tutela della salute pubblica è, in questa parte di Sicilia, un privilegio riservato a pochi. Cosa intendono fare i sindaci dei comuni afferenti al F/B/C? Tuteleranno i loro cittadini o ubbidiranno a chi ha già deciso la (mala)sorte dell'ospedale? Domandammo, noi di Germinal, ai candidati per le amministrative cosa e come avrebbero agito per l'ospedale, ma le risposte non sembrano destinate a trovare attuazione immediata. Il motto di ogni amministrazione sembra, a noi di Germinal, "Rinviare e mai risolvere". Saranno i prossimi candidati a trovare la soluzione per lasciarla sedimentare cinque anni e poi tramandarla agli altri. "APO' VIDIMU" (dopo vedremo o vedranno) è un modo d'essere da noi e non solo un adagio.


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