Il 28 febbraio scorso, la giunta comunale ha autorizzato il sindaco o un suo delegato alla partecipazione dell'asta di Balerna dell'11 marzo 2025, per l'acquisto del "Trittico di Leonforte". Per la partecipazione all'asta è stato previsto un ammontare massimo di quindicimila euro. Il Trittico di Leonforte è la copia cinquecentesca della tavola raffigurante il Giudizio Universale del Beato Angelico. L'opera originale risale al 1540 ed è conservata nella Gemäldegalerie di Berlino. La copia del Trittico, realizzata nell'atelier di Giovanni da Fiesole detto l'Angelico, fu donato da Papa Urbano VIII al principe fondatore di Leonforte e da questi regalata nel 1628 al figlio Giuseppe, che volle collocarla nella cappella dei Cappuccini, dove restò fino al 1852, quando il conte Giovan Calogero Li Destri acquistò tutti i beni dei Branciforti, compreso il trittico, con l'intenzione di rivenderlo e lo trasferì per ciò al castello Ursino di Catania. Il 2 Aprile del 1910, l'opera venne dichiarata dalla Soprintendenza di Catania e Siracusa di interesse artistico rilevante e tornò al centro di una infinita contesa fra i frati cappuccini e la famiglia Li Destri . Nel 1975 il vincolo venne revocato e nel 1987 l'opera fu messa all'asta da Christie's a Roma, ma la vendita venne bloccata grazie all'intervento del Nucleo Tutela Patrimonio, su denuncia dei frati cappuccini di Leonforte e in special modo di fratel Cesare, che ne rivendicavano il possesso. L'anno successivo l'opera fu nuovamente messa all'asta e venduta nel 1990 a un collezionista romano, che dopo qualche anno la cedette senza venderla (?) a una galleria d'arte di Chiasso. La galleria d'arte ha più volte provato a mettere in vendita l'opera senza successo. Nell'Aprile del 2022 , su iniziativa di un Think Tank , per il tramite del leonfortese Nino Ginardi , il paese provò ad accedere all' ennesima asta che però fu annullata per questioni legate al diritto di proprietà . Il collezionista romano, morendo, aveva lasciato il trittico al figlio che ne rivendicava il possesso. L'opera, il cui valore ammonterebbe a 200. 000 euro, oggi, ha un costo in più dato che la galleria elvetica chiede 700.000 franchi svizzeri per spese varie e una non meglio definita questione di appartenenza. Il nuovo "presunto" proprietario ha avanzato all'ufficio federale per i beni culturali di Berna richiesta per fermare l'asta, non ha ottenuto alcuna risposta, ma ha ancora la possibilità di avviare un procedimento per revisione del vincolo ex art. 128. comma 3 del D. Lgs 42/2004.
Tutto ciò considerato risulta irrisoria la cifra di quindicimila euro stanziati dalla giunta leonfortese e soprattutto appare ai limiti della correttezza la partecipazione alla stessa asta.
Attendiamo buone nuove.

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