Postava il vicesindaco Licata su Facebook, la notte fra il 5 e il 6 di ottobre: la notte gialla. La XLII Sagra della pesca IGP è stata un successo! Hanno sentenziato gli altri amministratori leonfortesi; aggiungendo, a scanso di inutili perplessità: "questa è la Leonforte che ci piace": festaiola e gaudente! E di difatti i due giorni di sagra sono stati una festa: musica di diverso genere e a pochi civici di distanza, birra, vino e cibo. Qualche cestino in più per i resti delle libagioni sarebbe stato utile come utili sono stati i bagni chimici sul corso, fra la gente, a ridosso dell'area destinata allo street food e della chiesa Madre. La sagra è stata bella, ribadiscono i supporters. La sagra è stata tante cose: balli, cortei, mostre e concorso di pittura, murale (un altro), esposizione di antichità, presepe monumentale, reading, burraco (un must), gruppo folk, macchine d'epoca, sport, talk e tanto, tanto, tanto altro; al punto che della pesca si sarebbe potuto anche fare a meno; e del resto, la sagra della pesca non serve alla pesca IGP di Leonforte — serve a fare festa; serve a ospitare le autorità politiche locali e regionali, che anche quest'anno sono accorse sul palchetto, affollatissimo, di piazza Margherita per ribadire la loro contentezza per il successo di un prodotto che, nonostante l'annata siccitosa, ha trovato spazio e consenso nel mercato globale, grazie al lavore di un Consorzio e di donne e uomini che credono al valore della terra. La novità di questa edizione è stata l'IA che ha anche coniato il nickname "NicBra" per un Niccolò Placido Branciforti ossigenato e vagamente verdiano, e l"'english washing" contro il refrain dell'antico borgo selvaggio per cui "pani 'ca sosizza" è diventato bread and sausage, "ciciri vugghiuti" boiled chickpeas e "pipuzzi arrustuti" roasted peppers e #YellowPesca, un gruppo di persone che ha fatto con impegno il meglio per il paese nonostante un cronico e incistato "maluverso" difficile da controllare e meglio non tradurre in inglese così, al mondo che ci guarda e ascolta, raccontiamo un'altra verità e qualche omissione strategica, perché è lo storytelling che
fa la Storia. Meloni docet.
...e anche in inglese:
"Leonforte, hooray! Hooray, Leonforte" posted Vice-Mayor Licata on Facebook the night between the 5th and 6th of October, the Yellow Night. The XLII IGP (Protected Geographical Indication) Peach Festival has been a success! sentenced the other Leonfortese administrators, adding, to avoid pointless perplexities, "This is the Leonforte we like!": Party-loving and joyful! As a matter of fact, the two days of the festival have been a party: different types of music played at a close distance, beer, wine, and food. Maybe some more trash bins for the remains of the libation would have been handy, much like the chemical toilets laying on the main street, amongst the crowd, and near the street food area and the principal church. The festival has been many things: dances, a historical parade, a painting exhibition/ competition, (another) mural, an antique show, a monumental nativity scene, reading, burraco (a must), and much, much, much more — to the point in which the Peach was unnecessary — after all, the purpose of the Peach Festival is not to service the IGP peach of Leonforte — rather, it's meant as a party in Leonforte; it's intended to host local and regional political authorities, coming again this year on the crowded stage in Piazza Margherita to reiterate their content for the success of a product that, despite the dry crops, found space and consensus in the global market. Novelties of this edition have been AI, which coined the nickname "NicBra" for a bleached and vaguely Verdian version of Nicolò Placido Branciforti, and the "English washing" against the refrain of the ancient, wild burg, through which "pani 'ca sosizza" became bread and sausage, "ciciri vugghiuti" became boiled chickpeas, and "pipuzzi arrustuti" became roasted peppers; Maluverso, meaning confusion with traits of disarray, instead remains as it is, so that we can tell to the world that is watching and listening to us another truth, with some strategic omission, because storytelling makes history. Meloni docet.
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