Nella mattinata di ieri, venerdì 15 novembre, un incendio ha divorato il palazzo Longo/Capra: meta della Via dei tesori 2024 . La casa, appartenuta al notaio Longo e alla sua famiglia per decenni, affaccia sul sul corso Umberto I e per arredi, decori , memoria e atmosfere è stata molto apprezzata dai "pellegrini" del turismo sostenibile. Quest'anno, per la prima volta, Leonforte è rientrato nel circuito delle Vie dei Tesori anche grazie a questo gioiello poco noto ai più. Ieri mattina però questo gioiello è andato in fumo. Nell'apprensione generale di chi ha a cuore la possibilità di rinascita culturale di Leonforte eppure nessuna parola è stata detta o postata dai leonfortesi. Non è stata data la notizia, non è stato postato il cordoglio per l'immane perdita. Si attende, certo, l'esito delle indagini per comprendere cosa sia successo, ma nel frattempo una parola di cordoglio poteva essere pronunciata senza interferire per questo nello svolgimento delle azioni di indagine o no? Leonforte ha perso un patrimonio artistico notevole , nell'indifferenza di stampa ( interessata a riferire l'ovvio o il già noto) e collettività. Non sono ancora chiare le dinamiche dell'incendio ma una dichiarazione dalle autorità è mancata. Quali danni sono stati arrecati alla struttura? E' stata compromessa definitivamente o sarà possibile recuperare, il recuperabile? Quale pericolo hanno corso le case adiacenti? Una cosa è certa: Leonforte è più povero; un pezzo di storia paesana è bruciato e tutte e tutti noi dovremmo sentirci feriti per un monumento che non è mai un luogo neutro: è un simbolo, o meglio ancora un testo che ci racconta chi siamo. E dovremmo sentirci colpiti perché è stato il fuoco che l'ha divorato come divorò l'estate scorso la vita di Benito Leonforte, nella sua umile dimora.
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