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Luigi Buscemi

Lettere di tutti

Il prof. Luigi Buscemi ha denunciato alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Enna gli abusi compiuti nel giardino della Villa Bonsignore. Con il suo gesto, il prof. Buscemi ha dimostrato senso di rispetto per la cosa comune, a differenza di quanti hanno preferito ignorare o accettare il fatto come ineludibile. Noi di Germinal siamo orgogliosi di dare spazio e voce a questo gesto coraggioso.


 

Alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Enna

Al Sig. Sindaco del Comune di Leonforte


Oggetto: segnalazione sull’esecuzione di lavori estranei all’architettura del giardino storico di Villa Bonsignore e richiesta di ripristino dello stato dei luoghi.

Il sottoscritto Dott. Luigi Buscemi, cittadino leonfortese e agronomo specializzato in “Architettura dei Giardini e Progettazione del Paesaggio”, segnala l’esecuzione di lavori all’interno del giardino storico di Villa Bonsignore che hanno alterato l’essenza dei luoghi e i tratti distintivi dell’area verde.

Si premette che la Villa Li Destri-Bonsignore, oggi di proprietà comunale, è costituita da un edificio di pregevole fattura datato 1850 e un raro esempio di giardino formale (“all’italiana”) tardo ottocentesco progettato con precise geometrie e simmetrie che si snodano attorno ad una superficie semicircolare prospiciente alla facciata posteriore della costruzione. Il giardino è costituito da secolari piante autoctone ed esotiche (Washingtonia spp., Cupressus sempervirens, Thuja sp., Nerium oleander, ecc.), poste con una precisa simmetria, e bordure di Ruscus sp. che delimitano i percorsi. Ai margini del giardino “all’italiana” è presente un’area informale che, nel passato, costituiva un tutt’uno con un’ampia superficie del Monte Cernigliere un tempo interamente di proprietà Li Destri (sito in cui avrebbe dovuto sorgere un parco urbano comunale).

Per i valori segnalati la costruzione e l’annesso giardino deve ritenersi tutelato ope legis come manufatto e bene ambientale storico e, per tali ragioni, è stato inserito all’interno del Piano Regolatore Generale di Leonforte come “Zona A”.

Per una maggiore comprensione dell’argomento si fa presente che l’edificio e il giardino, negli anni ’90, sono stati interessati dal “Progetto di restauro e di ristrutturazione dell’edificio della Villa Bonsignore e del parco annesso” che ha ottenuto le autorizzazioni necessarie compreso il parere della Soprintendenza ai BB.CC.AA. Il progetto, finanziato con fondi regionali, è stato esaminato e approvato dal Consiglio Regionale ai Beni Culturali e Ambientali”.

Si fa presente che, in quell’occasione, il sottoscritto ha fornito consulenza al progettista in merito agli aspetti botanici e al restauro del giardino.

Il progetto, che ha permesso il recupero dell’edificio, e’ rimasto incompiuto per la parte relativa al restauro del giardino formale e alla nuova progettazione degli spazi informali che, peraltro, inglobavano l’area dell’attuale Piazza Mons. La Giglia in quanto si prevedeva di ritornare alla situazione originaria con il cancello d’ingresso sul Corso Umberto in sintonia con ciò che si evidenziava nelle foto d’epoca.

Le linee del giardino formale tardo ottocentesco, progettato attraverso precise geometrie e simmetrie, si erano mantenute intatte fino all’intervento di poche settimane addietro.

I lavori, avvenuti nel mese di aprile, hanno comportato l’abbattimento degli alberi (Broussonetia papyrifera) del viale d’ingresso, l’estirpazione delle piante (Nerium oleander) del vialetto di accesso allo spazio semicircolare, la rimozione tramite mezzi meccanici di storici manufatti in pietra (colonnine) che delimitavano la suddetta superficie del giardino. Allo spazio semicircolare è stato sovrapposto una superficie circolare che altera e stravolge le geometrie del giardino. Il taglio delle piante ha creato un vuoto all’ingresso e all’interno dell’area verde aprendo la vista ai palazzoni circostanti e compromettendo il senso di protezione che si godeva nello spazio verde grazie alla presenza delle piante. Il risultato è stato la creazione di uno spiazzale centrale estraneo alle linee a all’essenza dell’originario giardino ai margini del quale è stato collocato un antiestetico e invasivo palco metallico che viene attualmente utilizzato per le manifestazioni del premio letterario e per altre attività culturali dell’estate leonfortese.

In questi ultimi giorni sono state messe a dimora, lungo il viale d’ingresso, da una parte, delle piante di Ceratonia siliqua (Carrubo) e, dall’altra, degli esemplari di Cercis siliquastrum (Albero di Giuda) che, oltre a non essere le specie originarie (Broussonetia papyrifera), si combinano male tra loro per le diverse caratteristiche vegetative e cromatiche nell’arco delle stagioni. Sono state messe a dimora inoltre delle piante da siepe (Pittosporum tobira), lungo l’estranea e posticcia superficie circolare, che contribuiscono ad alterare lo stato dei luoghi confondendo ulteriormente le forme originarie del giardino.

Rincresce inoltre segnalare che le colonnine in pietra, oltre che essere rimosse, sono state gravemente danneggiate dai mezzi meccanici utilizzati e se ne rinvengono solo alcuni resti posti in un angolo del giardino.

Non risulta che tali lavori siano stati autorizzati dalle autorità competenti (Soprintendenza ai BB.CC.AA.) e supportati da relazioni, pareri e progetti di professionisti competenti. Non risulta inoltre che sia stata eseguita alcuna “Valutazione della stabilità degli alberi” (VTA) o sullo stato di salute degli esemplari abbattuti.

Si evidenzia altresì che la superficie semicircolare originaria aveva ospitato nel passato numerose attività culturali ed era, per proporzioni e per congeniale inserimento all’interno dell’area verde, lo spazio ideale per l’organizzazione di eventi culturali all’interno di un luogo ameno isolato dal contesto edilizio circostante che riusciva comunque ad ospitare un buon numero di persone. L’attuale spiazzale, oltre che stravolgere le geometrie del giardino storico, è diventato uno spazio decontestualizzato, aperto alla vista degli edifici circostanti, che ha stravolto l’essenza e le caratteristiche dell’area verde.

Si segnala invece che uno spazio da adibire a manifestazioni pubbliche potrebbe essere ricavato nell’area esterna al giardino formale nella superficie dell’attuale Piazza Mons.La Giglia che, nel progetto degli anni ’90, avrebbe dovuto contenere un piccolo anfiteatro per ospitare spettacoli e per essere utilizzato come luogo di incontro. Tale scelta progettuale consentirebbe di inglobare tale superficie all’interno dell’area verde ritornando alla situazione originaria riscontrabile nelle foto d’epoca.

Alla luce di quanto espresso si richiede il ripristino dello stato dei luoghi (ricostituzione delle geometrie originarie dello spazio verde, piantumazione delle medesime specie botaniche estirpate, rimessa in opera delle colonnine in pietra negli stessi siti da cui sono stati rimosse) autorizzato dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA., che potrebbe essere parte di un organico progetto di restauro del giardino basato sul progetto degli anni ’90 che, oltre all’area formale (“giardino all’italiana”), possa comprendere anche l’area informale.

In merito all’auspicabile recupero delle colonnine in pietra, precedentemente rimosse e depositate in uno spazio secondario del giardino, si fa presente che ne esistono altre, depositate all’interno dell’area verde, che potrebbero sostituire quelle rimosse e danneggiate.

Alla luce di quanto espresso si richiede un sopralluogo alla presenza delle autorità competenti a cui poter partecipare come cittadino leonfortese ed esperto di architettura dei giardini per constatare lo stato dei luoghi e per concordare l’intervento di recupero.

A tal fine il sottoscritto manifesta la propria disponibilità ad offrire contributi e collaborazione in considerazione degli studi sul giardino eseguiti nel passato e delle sue competenze professionali.

A tal fine lo scrivente fa presente che possiede un disegno tecnico del giardino (che rileva lo stato dei luoghi ex ante) oltre a fotografie precedenti e successive ai lavori segnalati che può mettere a disposizione per testimoniare quanto accaduto e per supportare l’auspicabile restauro dell’area verde.


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