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Immagine del redattoreAldo la Ganga

LO “IUS PRIMAE NOCTIS” DEI BARONI TRA LEGGENDA E REALTA’




Come tutti sanno, la nostra cittadina è nota per essere denominata la CITTA’ de 24 BARONI

Famiglie nobiliari le nostre che hanno per secoli utilizzato è gestito le ricchezze del nostro territorio con il conseguente sfruttamento delle fatiche dei contadini e delle classi sociali più deboli..

Hanno approfittato della povertà degli agricoltori, dei braccianti e degli operai per continuare ad arricchirsi e mantenere il loro stato di ricchi baroni...

E tutto questo per secoli.

Ma oggi, non di questo voglio tornare a scrivere ma di un aspetto che se ben sotto tono emerge ogni volta che si discute dei “ fasti” o delle “ tragedie” che per secoli videro lo strapotere dei baroni nella nostra cittadina.


Mi riferisco allo “ius primae noctis”, che tradotto nel concreto, era il diritto che, avrebbe sancito ancora una volta la superiorità dei nobili sui loro sudditi.

Secondo quanto ci è dato sapere, lo ius primae noctis, detto anche meno esplicitamente “diritto del signore” avrebbe dato al nobile di turno il diritto di passare la prima notte con ogni donna si sposasse nei suoi domini.

Molti altri esempi dimostrano che lo ius primae noctis era già in circolazione molto prima del Medioevo e che si protrasse anche nelle nostre zone interne fino ai primi del 900 del secolo scorso.

Se pur, a detta degli storici, le fonti che ne attestano questo comportamento sono scarne, lo stupro perpetrato dalle classi dominanti, probabilmente non sempre legato a questo “ fantomatico “ diritto della prima notte”, è stato un comportamento consumato e praticato per secoli anche nei nostri territori.

Tutti sanno e sono a conoscenza dei tanti abusi dai baroni e dalle caste nobiliari nostrane a danno della povera gente, tra questi, è risaputo che per “ prassi” alcuni nobili nicosiani utilizzavano questo “diritto”, secondo cui, in virtù di una legge o di un costume che lo rendevano lecito, un nobile poteva violentare una donna appena sposata nella sua prima notte di nozze.

Ne conseguiva che né gli sposi, né i parenti gli opponevano resistenza.


Le nostre storie popolari sono piene zeppe di numerosi esempi di violenza sessuale da parte dei nobili nostrani che legittimavano un simile abuso, più come saldo dei debiti accumulati dalle povere famiglie che dal diritto “divino” di origine medievale.


Saldo che veniva richiesto e “ incassato” durante la notte nuziale o anche qualche settimana prima, alle famiglie più povere che non riuscivano a pagare i tributi o le gabelle pattuite per la lavorazione delle terre, e che le ragazze venivano “donate” a pagamento dei loro debiti.


Probabilmente molte sono leggende , ma molte altre prendono spunto da storie vere e da tragedie figlie della miseria e della povertà in cui tanti contadini e operai erano tenuti da baroni e feudatari.

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