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la redazione

LO SBARCO IN SICILIA: LA MAFIA " ALLEATA" DEGLI ALLEATI" ?






Massoneria, ex fascisti salvati dagli americani, la Chiesa. E' così che nasce nell'immediato dopoguerra l'Italia liberata ma dimezzata, metà stato sovrano e metà struttura di frontiera dell'America anticomunista. Ma c'è di più: la quarta forza della coalizione anticomunista italiana è la mafia, che fin dal 1943 sarà arruolata senza troppi problemi dall'OSS americana per ordine di Donovan e Dulles. Anzi, per preparare lo sbarco, Dulles ricorrerà all'aiuto del suo vecchio assistito, Lucky Luciano, che in cambio della collaborazione fu scarcerato nel 1946.

Fu così che l'uomo dell'OSS incaricato di preparare il terreno in Sicilia, fu lo stesso che aveva portato a termine con Montini il progetto Vascello: Earl Brennan. Luciano passò a Brennan i nomi di 850 "persone su cui contare" in Sicilia; gli ufficiali dell'OSS che dirigeranno sul campo "l'operazione sbarco" saranno Max Corvo, Victor Anfuso e Vincent Scamporino. Il loro gruppo sarà conosciuto come il "cerchio della mafia". La mafia, dunque preparò il terreno per lo sbarco del luglio 1943.

Tra gli americani, in divisa dell'esercito, c'erano interi battaglioni di italoamericani e tra questi Albert Anastasia e don Vito Genovese, consigliere del colonnello Charles Poletti, capo del governo alleato in Sicilia. Scrivono Roberto Faenza e Marco Fini: "E' così che quando nel 1943 gli americani sbarcheranno in Sicilia, la prima azione dell'OSS sarà la corsa del gruppo di Max Corvo e Vincent Scamporino all'isola di Favignana, per restituire la libertà ai mafiosi imprigionati dal regime fascista". (Faenza, Fini, Gli americani in Italia).

Poi la mafia raggiungerà il potere politico riuscendo a nominare, soltanto in provincia di Palermo, 62 sindaci di suo gradimento.

Ed è in quella strana fase, in cui la struttura destinata a rappresentare il potere parallelo, svolgerà compiti di direzione politica ufficiale, che emerge per la prima volta Michele Sindona, che lo stesso Lucky Luciano fece entrare nel "cerchio" di Corvo e Scamporino in qualità di agente di collegamento.

Nel 1979 Max Corvo, diventato costruttore edile nel Connecticut, dirà di essere rimasto legato da ottimi vincoli di amicizia con Sindona.

Tra i primissimi lavori del banchiere, che tra gli anni Sessanta e Settanta sarà al centro di molte operazioni finanziarie sporche, c'era quello di vendere grano, nel 1944, al governo alleato.

Grano acquistato dal sindaco di Ragalbuto Baldassarre Tinebra, socio del capomafia Calogero Vizzini. Certo è che Cosa nostra uscì dalla seconda guerra mondiale come un'organizzazione affidabile, possibile interlocutrice dei servizi segreti degli USA, soprattutto in chiave anticomunista.

Durante la campagna d'Italia inoltre entrarono in rapporto con gli Americani il capo della P2 Licio Gelli, che nel 1944 era in contatto con il Counter intelligence Corp della V armata; il principe Alliata di Montereale, legato al contrammiraglio Ellery Stone; Edgardo Sogno, che aveva un filo diretto con il centro OSS di Berna diretto da Dulles; il futuro capo dell'Ufficio Affari Riservati Federico Umberto D'Amato, in missione nella Repubblica di Salò nel 1944 per conto dell'OSS; Francesco Malfatti di Montetretto, piduista e consigliere di Antonio Segni al Quirinale, che lavorava a Roma con l'agente dell'OSS Peter Tompkins; il piduista direttore di OP Mino Pecorelli, che operava con il capitano Mike Stern dell'OSS.

Tratto da: Antonio Cipriani, Gianni Cipriani, Sovranità Limitata, storia dell'eversione atlantica in Italia, Edizioni Associate 1991

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