Comprendo la disperazione degli abitanti di Nicosia per la mancanza dell'acqua. Lo dico con consapevolezza guardando all'oggi e al passato quando l'acqua veniva erogata un'ora al giorno. Quando la condotta principale per causa di qualche frana veniva travolta erano guai seri per individuare la rottura e i tempi per la riparazione. Erano giorni di sofferenza e di disperazione per lavare i panni, fare da mangiare, sciacquarsi le mani e il viso. Le nostre mamme erano delle eroine per capacità di resistenza e di organizzazione per mandare avanti la famiglia. La disperazione maggiore era quando rientravamo a casa non dalla scuola ma dalle solite partite di calcio tutti sudati e sporchi. In inverno erano secchiate di acqua gelata in testa, mentre in estate dentro la pila sempre in acqua fredda. Ricordo quando un pomeriggio tardi mi sono presentato a casa tutto pittato dal colore dei gelsi, di contrada Santa Quaranta, nel viso, nel petto e nelle mani. Un bel indiano da parte di mia sorella dagli occhi verdi. Ora sarà, mia madre, tua sorella a passarsi il tempo a toglierti questi colori con la spugna e senza consumare molta acqua. La cultura del risparmio idrico apparteneva alle nostre mamme, mentre oggi l'acqua manca a causa delle scarse piogge e i bacini vuoti in particolare quello che forniva l'acqua a Nicosia e altri comuni. Siamo agli inizi degli anni settanti quando il sistema Ancipa fornirà l'acqua al comune di Nicosia e ad altri comuni della rete. Non più un'ora ma più ore per una vita più civile e meno faticosa per le nostre mamme. Insisto su questo perché ha rappresentato una liberazione anche con l'evento delle lavabiancherie. Un passo in avanti non vederle più a centellinare l'acqua e non spezzarsi la schiena per lavare i panni. Per la storia per avere l'acqua dell'Ancipa ci sono stati incontri e iniziative di lotta. Nulla ci è stato regalato. E' vero che aravamo un partito minoritario ma non di anime morte. Le battaglie sull'acqua si sono sempre fatte anche quando la gestione era comunale. Un giorno di fine degli anni cinquanta un' imponente manifestazione di donne sotto il municipio per l'acqua guidati dell'alloro segretario della camera del lavoro Turi Lo Grasso. Erano le donne dei quartieri popolari che avevano trascinato un'intera popolazione. Giorni di grande passione civile per un bene prezioso con le soluzioni trovate. Sistemazione della rete, ricerca di nuovi pozzi e distribuzione equa per evitare che qualche passante non venisse girato. Oggi siamo ritornati indietro in attesa che cade la pioggia e che si vada alla ricerca nel territorio dell'acqua. Non credo che non ci sia acqua per tirarla fuori e darla alla popolazione. Spero tanto anche per gli altri comuni e che ritorna alla normalità la provincia dei laghi.
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