La tesi di Lollobrigida è che siccome i poveri per risparmiare vanno dal produttore finiscono, spesso, per mangiare meglio dei ricchi, che non avendo problemi di soldi, mangiano la merda che l'industria alimentare produce. In questa frase c'è un perché della sapienza popolare rispetto all'ottusa compulsività delle elite, ma è solo un sottoprodotto dello snobismo con il quale il ministro pronuncia quelle parole. "Questi non hanno niente da fare, per quello che possono prendersi cura di sé" è il sottotesto della frase, raccolta dai colleghi dagli altri invitati con mimiche facciali che sembrerebbero dire "minchia, ne ha sparata un'altra". Fa il paio con una espressione utilizzata nei giorni scorsi da Francesco Verbaro, messinese ex comunista, adesso presidente di Forma. Temp., nel corso di un incontro pro-ponte svoltosi in un hotel dove una notte costa più del reddito di cittadinanza di un mese. "A parte le competenze (probabilmente avrebbe voluto aggiungere "scarse"), questi non sanno stare al mondo". Si riferiva ai lavoratori siciliani. C'è disprezzo in queste parole, c'è il disprezzo che le elite hanno nei confronti dei ceti popolari. La politica è tutta qui. Il resto è solo contorno. I ricchi e i poveri. I ricchi contro i poveri. E il mondo è bello solo tutte le volte in cui i poveri decidono di difendersi.
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