Prima di tutto voglio ringraziare l'ing. Domenico Giaconia che recentemente ha pubblicato in fb. un suo post molto interessante per la descrizione che ,con analisi puntuale, ha fatto sul monumento conservato nella chiesa di S Maria raffigurante un'aquila su un trono ,la cui storia e simbologia non è nota a tutti.
La descrizione del monumento include, sia un rimprovero nei confronti di chi ha osato scalfire questa antica opera che si ammanta anche di una certa sacralità,visto anche il luogo in cui è conservata,sia un'accorata disamina sulla realtà attuale della nostra Nicosia,nonche' la disapprovazione della proposta-progetto
di includere la nostra città tra i borghi gia' definiti della Sicilia...
E'vero,La querelle borgo/città non puo' diventare una diatriba di parte :vanno evitate decisioni affrettate e valutate tutte le eventuali risultanze ,positive e negative in ambo i casi.
Che Nicosia sia una città lo dimostra la sua storia ,il suo patrimonio artistico culturale ,la Diocesi, i molteplici indirizzi scolastici,punto di riferimento nel circondario,l'ospedale , i Clubs servis ,le associazioni ,i numerosi studiosi,il pregiato artigianato locale ,la pastorizia e i suoi prodotti, le colture locali e l' atavica intraprendenza dei cittadini,ultimamente mortificata dal lockdown e dalle ultime politiche della spending review,Provvedimen
to ,quest'ultimo,che ci ha privato di organismi importanti,primo tra tutti il
tribunale .Tutto ciò ha sancito una certa regressione economica e l'esodo di molti giovani. A tutto questo si è aggiunta la diminuizione delle nascite che ha fatto diminuire l'indice demografico...
Da inesperta non riesco a capire quali siano i vantaggi del 'ridurre' formalmente a borgo la nostra cittadina.Forse una garanzia turistica?Ma senza un adeguato assetto delle strade ,il turismo resterebbe un miraggio.Forse qualche sovvenzione amministrativa?Ma questa fungerebbe solo da tappa buco e non riuscirebbe a sanare la delusione di molti dei Nicosiani che vedrebbero declassificata la nostra citta'.
Di fatto questa non può perdere il suo "lignaggio"che non è di sangue bleu,ma di storia, di cultura di orgoglio di appartenenza.Sarebbe come avere dei gioielli e lasciarli annerire dentro un vecchio scrigno o disperderli.Servono delle politiche di sviluppo a più livelli.Bisogna osare con provedimenti coraggiosi ed anche innovativi,agendo sul territorio in collaborazione anche con i Comuni limitrofi.
Con la mia insipienza in merito, mi definisco da me una sognatrice.Penso, però,che tutta la comunità persegua questa speranza.E ,se c'è un pericolo imminente ,non valgono le beghe di parte.Se c'è una"guerra" da combattere, si uniscano ,nel dialogo euristico e nella cooperazione, tutte le forze, comprese quelle intellettuali e del volontariato,numero
se attive
propositive .Si risveglierà l'intraprendenza,la fattivita' e l'ammodernamento della organizzazione del lavoro.Ci vogliono idee,competenze e soprattutto la forza della progettualità che si erge anche sulla speranza e la fiducia.
E dai,Nicosia ce la farà...Volere è potere.
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