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Immagine del redattoreAldo la Ganga

Movida alcolismo e gioventù



Questo articolo non ha niente di originale.

Di alcolismo, disagio giovanile, mancanza d’alternative ai drink e alle birre ne leggiamo tutti i giorni sia sulla stampa nazionale che in quella locale, finanche i social sono pieni di analisi e commenti a 360 gradi.

Tutti abbiamo la consapevolezza che Il consumo di alcol tra giovanissimi è una costante nella vita serale delle nostre cittadine oltre alle tragedie e alle dipendenze, rischia di innestare nei ragazzi processi dissociativi e causare nuove solitudini


Da più parti assistiamo a cittadini comuni, associazioni, politici ed amministratori che lanciano l’allarme del continuo svilupparsi ed ingigantirsi del consumo di alcol da parte di giovanissimi, dai 14 anni in su.

Sta diventando un fenomeno sociale, una difficoltà ulteriore nella ripartenza post Covid pesa sulle nuove generazioni.


Si legge di tutto e di più e quasi tutti individuano una sola soluzione: maggiore controllo, più repressione, orari dei locali “ ragionevoli”, telecamere dappertutto, ordinanze sindacali sempre più rigide…….… e molto atro.

Altro pensiero comune” che e merge è quello di colpevolizzare i giovani, impegnati nella costruzione di un’identità verso l’età adulta, per un fenomeno che investe solo alcuni e che andrebbe affrontato con interventi mirati. Oppure etichettare l’uso del tempo libero giovanile in termini di “mala-movida”.



Le maggiori problematiche, sempre a leggere le esternazioni di alcuni cittadini e politici locali si riproducono nei fine settimana, serate che vedono il consumo esagerato da parte di tanti giovani, dai alcol e non solo…, e culminante nello sballo finale.


E molto spesso tutto degenera in schiamazzi, assembramenti davanti ai locali, disturbo del riposo dei residenti, imbrattamento di cose, abbandono di rifiuti ed escrementi nelle strade così ridotte a discarica o latrina.

Non stupisce allora che la discussione si orienti sui temi della gestione del territorio e sulle politiche di ordine pubblico. E da più parti non si fa altro che invocare il ripristino dell’ordine, la sicurezza, il decoro.


Si invocano regole più stringenti sulle attività commerciali e sull’accesso ai centri storici, limitazioni nelle aperture dei locali, nella vendita di alcol, nell’occupazione del suolo pubblico con tavolini e dehors, e si chiede una maggiore presenza delle forze dell’ordine nei luoghi più caldi.

Questo è lo scenario che ogni fine settimana si vive a Nicosia.

Considerazioni ed analisi che personalmente non condivido e che denotano l’incapacità di comprendere pienamente cosa sta accadendo alle nostre comunità e soprattutto ai giovani.

Le soluzioni “ repressive” proposte sono senz’altro di basso profilo che non colgono il cuore delle questioni.si vuol provare a circoscriverlo cercando un finto equilibrio tra esigenze diverse, l’esuberanza giovanile e le ragioni dei residenti o dei commercianti.

Non ci si interroga invece sugli inesistenti modelli di svago , e sulla natura del divertimento dei giovani al tempo d’oggi. Sulle opportunità e sulla” offerta “ culturale e distrattiva” che la nostra cittadina NON offre.

Se oggi i giovani marcano attraverso il loro disagio, un solco profondo con il mondo degli adulti, accade probabilmente per l’assenza di una pedagogia sociale, di una educazione collettiva di cui in verità avremmo bisogno tutti, ragazzi ed adulti.


Chiedere maggiore repressione e controllo è solo un modo per continuare a comportarsi da struzzi.

La testa sotto la sabbia serve a continuare ad andare a messa la domenica con l’anima in pace o a chiedere con il sorriso fra le labbra il voto per la prossima tornata elettorale. Servono opportunità e divertimenti sani e consapevoli, iniziative che attraversano il mondo giovanile e non che lo ghettizzano.

Chiudo questo articolo prima di elencare chi ritengo i responsabili di questa situazione, tanto la verità la conoscete tutti

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