Tra le tante riforme prodotte dal regime fascista, quelle del sistema scolastico strutturata da Gentile gettò le basi per creare una società completamente asservita al regime
Ciò nonostante, Mussolini e i suoi più stretti collaboratori non la ritenennero sufficente per il raggiungimento dei propri obbiettivi di pensiero unico.
Dunque era necessario introdurre delle misure per la fascistizzazione di tutto il sistema educativo e fu per questo che Mussolini decise di fondare organizzazioni giovanili e di dividerle per fasce di età e sesso.
L'obbiettivo era quello di militarizzare i ragazzi e le ragazze e soprattutto allevare la tipica donna fascista: obbediente e con molti figli.
Tre anni dopo la Legge Gentile nasce l'Opera Nazionale Balilla (ONB): per l'educazione fisica e morale dei giovani. I suoi membri erano i giovani dai 6 ai 18 anni, che ricevevano fin da subito un'educazione al nazionalismo.
L'ONB viene divisa in settori, ai quale i giovani appartenevano in base all'età e al sesso.
I maschi erano suddivisi nei corpi:
-Figli della lupa (dai 6 agli 8 anni)
-Balilla escursionisti(dagli 8 ai 12 anni)
-Balilla moschettieri (dai 12 ai 14 anni)
-avanguardisti moschettieri (dai 14 ai 16 anni)
-avanguardisti mitraglieri (dai 16 ai 18 anni)
le femmine erano divise in:
-Figlie della Lupa (dai 6 agli 8 anni)
-Piccole italiane (dagli 8 ai 13 anni)
-Giovani italiane (dai 13 ai 18 anni)
Vennero fondate anche organizzazioni come il GUF (acronimo di Gruppi Universitari Fascisti), il quale costituiva una sorta di proseguimento dell'ONB.
I giovani con un'età tra i 18 e i 21 anni potevano anche entrare a far parte dell'organizzazione ''Giovani fascisti'', la quale permetteva loro di accedere al partito nazionale fascista.
Come venivano educati i giovani in queste organizzazioni? imparavano ad essere militari e dovevano fare un giuramento.
La foto che campeggia all'inizio di questo articolo, ritrae nella piazza centrale di Nicosia uno di questi raduni per poter dare vita al rito collettivo di giuramento di fedeltà al regime.
Organizzati dall'allora podestà La Motta e dai suoi fidati collaboratori.
In una piazza illuminata quasi a giorno, dove campeggiavano le scritte inneggianti al Duce, nel 1927 si tenne il raduno immortalato nella foto.
Ma come la storia insegna, quegli anni oltre ad essere stati anni di terrore e sudditanza al regime fascista, produssero atti di ribellione anche simbolici.
Dai calciatori che non facevano il saluto fascista , a insegnanti che pur sapendo di finire in carcere non si iscrivevano al partito, a genitori che si opponevano con tutte le loro forze all'odio che il regime impartiva, a studenti e giovani che in qualsiasi modo si opponevano al regime.
Nella nostra cittadina, e ritorno alla foto,che apre questo scritto, si intravede, tra le ragazze che sono ferme e immobili come se folssero dei soldati, Epifania L.
È la seconda ragazza in prima fila, partendo da sinistra.
Su indicazione del Podestà La Motta, i gerarchi fascisti locali diedero l'ordine di stare dritti, immobili e con piedi uniti, in segno di rispetto e onore del La Motta che da lì a qualche minuto avrebbe iniziato a parlare.
Tutte e tutti eseguirono l'ordine, tranne lei Epifania L., che in segno di protesta e con molto coraggio, incrocio le gambe e contesto a suo modo il regime e chi in quegli anni lo rappresentava a Nicosia.
Non mi è dato sapere come finì la storia e se Epifania ebbe delle conseguenze, certo è che quelle gambe incrociate rappresentarono un momento importante nella nascita e nella crescita duna consapevolezza antifascista.
Onore a Epifania L. Che con coraggio e a suo modo disse NO!!!!
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