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Immagine del redattoreAldo la Ganga

NICOSIA, IL BILANCIO PARTECIPATIVO E LA MALA POLITICA


Quella del Bilancio Partecipato è una storia di ordinaria mala politica  che è andata avanti per mesi.

Dopo la scadenza del 7 settembre, data ultima per la presentazione dei progetti da parte dei cittadini, i pareri degli uffici  sono stati acquisiti il 15 novembre scorso e nella totale dimenticanza della classe politica si e dovuto arrivare a al Consiglio Comunale del 29 dicembre , sollecitato fortemente da noi di Germinal,per avere una deliberazione.

Un azione politica e amministrativa che ha visto le due istituzioni che governano la città, Giunta e Consiglio  Comunale,che quasi in sinergia hanno  fatto  di tutto per coinvolgere il minor numero di cittadini possibile.

La storia  del Bilancio Partecipato nella nostra cittadina è molto simile a una farsa.

Non sono stati informati e incoraggiati i cittadini a presentare progetti.

Non sono sono state convocate riunioni per discutere pubblicamente i lavori presentati.

Non  si è dato tempo ai promotori di presentare eventuali variazioni.

E soprattutto non si è aperta ai cittadini  una votazione online per poter scegliere il più idoneo, così come fanno tantissimi comuni.

Di fatto, l'iter amministrativo del bilancio partecipativo si è rivelato fallimentare e senza “anima” , quei progetti  presentati sono stati quasi un fastidio….. 

Probabilmente perché veramente presentati nell'interesse della nostra comunità e senza appartenenza politica.

Prova ne è di quello che scriviamo sopra, che il consiglio comunale è stato convocato grazie alla forte protesta del nostro blog, altrimenti il contributo regionale andava perso. 

E poi l'umiliante,per tutti i partecipati, esito finale, un finanziamento a pioggia di circa 2000 euro a progetto  che non tiene conto delle varie specificità ma che “ acconteta politicamente “ tutti.

Un modo per sminuire questa possibilità che i  cittadini hanno per autogestirsi dei fondi pubblici e per non portare avanti niente di concreto, in quanto le somme deliberate per qualsiasi progetto sono insufficienti per tutti.

Insomma una vicenda esemplare quella del bilancio partecipativo che dimostra ancora una volta tutta l'inadeguatezza e l’impreparazione di una classe politica, che tende a voler gestire tutto in prima persona e dalla quale emerge una  volontà politica  chiara: non fare funzionare le poche norme di democrazia partecipata presenti nel nostro ordinamento, non permettere ai cittadini di essere parte attiva dei processi decisionali, perché questo creerebbe una conseguente perdita del potere di controllo del consenso di questa classe politica,che si è dimostrata incapace di intercettare quelle poche istanze positive che ancora attraversano le nostre comunità.



 

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