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Immagine del redattoreAldo la Ganga

NICOSIA LA DEMOCRAZIA CRISTIANA E L’AZIENDA SPECIALE SILVO PASTORALE TRA CLIENTELISMO E FEUDALESIMO parte prima


In attesa di completare un altro articolo  sugli strumenti e sui metodi che la Democrazia Cristiana nicosiana utilizzò per costruirsi consenso e gestire  potere.

Pubblichiamo il resoconto dell’interrogazione parlamentare, cosi come l’abbiamo copiato dalla gazzetta ufficiale regionale, dei deputati comunisti Pompeo Colajanni e Prestipino Giarritta

Dove emergono chiaramente i metodi clientelari e feudali usati dal consiglio d’amministrazione dell’ASSP, con il beneplacito della Dc che addirittura nominò anche il consigliere comunale Cav.Drago nella duplice vesta di controllato e controllore.

Aggiungo, per chi vorrà leggere questa interrogazione, che tra i tanti metodi capestro usati dall’allora ASSP c’era anche quella di pretendere oltre al pagamento del canone in denaro, anche quello in “ natura” fatto di agnelli,  maiali e vitellini.

Buona Lettura

 

PRESIDENTE.

Si passa alla lettera B) del--

l’ordine del giorno: svolgimento dell’interrogazione

numero 839 degli onorevoli Pompeo Colajanni

e Prestipino Giarritta ≪ all’Assessore all’amministrazione

civile e alla solidarieta sociale,

all’Assessore delegato alle foreste, ai rimboschimenti

ed all’economia montana, per sapere

come giudichino le clausole di sapore feudale

imposte dalla Azienda silvo-pastorale di Nicosia

ai pastori, ammessi alla utilizzazione

delle erbe e, in particolare, l’obbligo contrattuale

di corrispondere alla Azienda ≪ entro

e non oltre i tre giorni precedenti l’ultima

domenica di carnevale ≫, i cosiddetti ≪ carnaggi

≫ in natura, nella specie, ≪ agnelli gia

macellati del peso lordo di Kg. 7 ciascuno e

formaggio di ottima fattura stagionato di almeno

6 mesi ≫ ; come giudichino le no tifiche

di intimazione che la detta Azienda indirizza

ai pastori per ricordare loro gli obblighi di

cui sopra (prot. 5140 del 15 febbraio 1962);

se ritengano equi i prezzi base delle gare indette

dall’Azienda per la concessione in affitto

temporaneo (per complessivi nove mesi di

una sola amiata agraria e con l’interruzione

di tre mesi invernali) delle localita destinate

a pascolo; se intendono, alfine, intervenire,

nell’ambito dei rispettivi poteri, perche la

Azienda del comune di Nicosia:

a) appronti un piano di piu organica e

adeguata utilizzazione dei terreni ai fini silvopastorali;

b) riservi l’utilizzazione delle erbe da pascolo,

con assoluta precedenza, alle cooperative

di piccoli allevatori e pastori;

c) modifichi e riduca sensibilmente i canoni

di affitto che tali cooperative debbano

eventualmente corrispondere;

d) elimini dai contratti ogni riferimento

ai cosiddetti ≪ carnaggi ≫ e a consimili consuetudini

feudali ≫.

Poiche questa interrogazione interessa lo

Assessore all’amministrazione e quello delegato

alle foreste, ai rimboschimenti ed alla

economia montana, e quest’ultimo Assessore

e assente giustificato per motivi del suo

ufficio,

chiedo all’onorevole Prestipino Giarritta

se e d’accordo che l ’interrogazione sia trattata

soltanto con l ’Assessore airamministrazione

civile.

PRESTIPINO GIARRITTA. Sono d’ accordo.

. PRESIDENTE. Si procede, pertanto, allo

svolgimento deH’interrogazione.

Ha facolta di parlare I’Assessore all’amministrazione

civile, onorevole Coniglio, per rispondere

a questa interrogazione.

CONIGLIO, Assessore all’amministrazione

civile; alla solidarietà sociale. Onorevole Presidente,

(onorevoli colleghi, in relazione alla

interrogazione numero 839 degli onorevoli

Colajanni e Prestipino Giarritta, concernente

la particolarita dei patti che regolano i rapporti

esistenti tra l’Azienda silvo-pastorale di

Nicosia ed i pastori del luogo e peculiariamente

la gravita degli estagli imposti dal Comune

ai pastori stessi, mi sono premurato,

d’accordo con il collega Mangione, ad inviare

sul luogo un funzionario dell’Amministrazione

civile e l’Ispettore ripartimentale delle

foreste di Catania, affinche svolgano una indagine

e riferiscano-su quanto segnalato dagli

onorevoli interroganti.

Non appena i due ispettori avranno adempiuto

all’incarico che e stato loro affidato ed

avranno relazionato all’Amministrazione, di

intesa con l’Assessore delegato alle foreste,

mi riservo di adottare i provvedimenti che

saranno richiesti dal risultato delle ispezioni

stesse.

PRESIDENTE. Ha facolta di parlare l ’onorevole

Prestipino Giarritta per dichiarare

brevemente se e soddisfatto o meno della

risposta.

PRESTIPINO GIARRITTA. La decisione

di inviare a Nicosia dei funzionari per effettuare

l’inchiesta, allo stato delle cose, mi soddisfa;

ritengo tuttavia necessario precisare

che l ’interrogazione dell’onorevole Colajanni

e del sottoscritto era rivolta anche all’Assessore

alPamministrazione civile, perche la

Azienda speciale silvo-pastorale di Nicosia e

una azienda istituita dal Comune di Nicosia

e vigilata dallo stesso. Aggiungo, e la circostanza

mi e stata segnalata dopo che avevamo

presentata 1’interrogazione, che nel Conj

siglio di amministrazione dell’Azienda figura

un Consigliere comunale. Il fatto va sottolineato.

anche perche costui verrebbe ad assumere

la duplice funzione del controllore e del

controllato. Ma non e tanto su questo che la

indagine dovrebbe essere condotta, e credo

che debba interessare non soltanto l’Assessore

all’agricoltura e alle foreste, ma anche lo

' stesso Assessore all’amministrazione civile,

soprattutto il modo in cui questa azienda assolve

o non assolve i propri compiti istituj

zionali.

C’e una circostanziata e, per certi aspetti,

pittoresca denuncia contenuta in un pubblico

manifesto della locale cooperativa armentista

La montagnola.

Nei comparti di pascolo — si dice in quella

denuncia — gli affittuari sono costretti a ripararsi

ancora nei pagliai. I pastori sono tenuti

j a pagare i pascoli presi in affitto a circa 40

; mila lire la salma mentre fino al 1955, cioe

prima della istituzione dell’Azienda, li pagavano

a 17mila lire. I comparti pascolativi,

poi, sono concessi senza una regolare misurazione.

I terreni sono rimasti nudi e squallidi

come erano cento anni fa.

Eppure noi abbiamo udjto ripetute volte

magnificare l’Azienda silvo/pastorale di Nicosia

come una azienda modello. A parte alcune

opere di rimboschimento, che sono state danneggiate

nell’autunno scorso dall’invasione di

alcune mandrie, e per le quali l’azienda stessa

! ha ritenuto di dovere infierire sui pastori pretendendo

il risarcimento dei danni, costituendosi

a tal fine parte civile in decine e decine

di processi che sono stati celebrati presso la

Pretura di Nicosia e presso il Tribunale e che

| avranno ancora seguito in Cassazione, a parte

questo patrimonio che e stato realizzato dalla

azienda con i fondi della Cassa del Mezzogiorno,

non pare che altre opere ed altri miglioramenti

siano stati effettuati, se si pensa

che grandi estensioni di terreno pascolativo

sono, ripeto, a tutt’oggi quali erano 100 anni

^ ed e cambiata soltanto la misura dei caconi

di affitto.

I grandiosi piani di trasformazione, aggiunse

il manifesto della cooperativa, si sono miserevolmente

ridotti soltanto alla creazione

^ un allevamento di pernici, conigli e fagiani

con la chiara ed evidente intenzione di

trasformare i feudi comunali in una riserva

di caccia ad uso e consumo di pochi privilegiati,

presumibilmente gli stessi che si sono

arroccati nella azienda, che e divenuta una

specie di sottogoverno comunale alla insegna

del clerico-fascismo.

COLAJANNI. E’ una traduzione in termini

moderni delle vecchie riserve di caccia feudali.

PRESTIPINO GIARRITTA. Il predetto

controllore controllato, il cavaliere Drago, ha

proceduto alla istituzione, nell’organico della

Azienda, di un posto di ispettore o controllore

della caccia nella persona di un proprio

congiunto. La ≪ cova ≫ delle pernici viene designato

questo impiego con incarico specifico

e segnalato. Le pernici vengono comprate, a

quanto si dice, a lire 8mila ciascuna; ma la

cosa che piu mi ha sorpreso e che mi ha

dato occasione immediata per la presentazione

di questa interrogazione e la imposizione, fatta

ai pastori di corrispondere i cosiddetti

≪ carnaggi ≫ in natura, ovvero regalie.

Voglio leggervi, in proposito, un esemplare

di avviso di asta comparso per la concessione

in affitto del pascolo numero 1, fondo S. Martino

Campanito: ≪ La ditta aggiudicatala

≪ dovra corrispondere alla azienda entro e

≪ non oltre i tre giorni precedenti l’ultima

≪ domenica di carnevale 1963 complessivi chi-

≪ logrammi 21 di carne di agnello; ciascun

≪ agnello gia macellato non dovra avere un

≪ peso lordo inferiore a chilogrammi 5 e chi-

≪ logrammi 6 di formaggio di ottima fattura

≪ stagionato di almeno 6 mesi ≫.

Queste condizioni non sono state poste ne

da un vecchio barone feudale, memore dei

privilegi dei tempi andati e delle forme di

ossequio tangibili e materiali, ne in tempi di

meno matura coscienza democratica e sociale;

la data di questo documento e infatti dell’11

maggio 1962, coincide esattamente (e la coincidenza

non e casuale) con un imponente sciopero

generale cittadino nel quale queste cose

sono state denunciate. Come se nulla fosse

accaduto, e quasi a sfidare la protesta e la

sollevazione unanime della opinione pubblica,

l’azienda ha reiterato le sue imposizioni e le

sue consuetudini, proprio nel momento in cui

la Camera dei deputati discute e approva una

legge che abolisce ogni sorta di regalie.

E tutto questo viene fatto da una azienda

pubblica che ' dovrebbe avere il compito di

promuovere, tra l’altro, l ’emancipazione e lo

sviluppo sociale. Non vedo, pertanto, come in

questo caso possa parlarsi di azienda modello.

Mi sto soffermando, onorevole Presidente,

su questa narrativa, sebbene mi sia dichiarato

preliminarmente soddisfatto, anche a nome

dell’altro collega interrogante, della risposta

dell’Assessore, appunto per fornire a chi dovra

compiere l’inchiesta ulteriori elementi sui

quali approfondire le indagini.

Personalmente ritengo che indipendentemente

dall’esito che potra avere l ’inchiesta

e dal giudizio che potra darsi suH’amministrazione

della azienda, il comune di Nicosia

e l’azienda speciale silvo-pastorale debbano

essere richiamati ad un principio che oggi deve

costituire la base dell’orientamento della

pubblica amministrazione in materia di affitto

di terreni destinati a pascolo.

Prima di tutto non possono essere indette

gare che siano in contrasto con il principio

dell’equo canone. Se l’equo canone vale per i

fitti dei fondi rustici e salvaguarda gli interessi

dei contadini affittuari, allo stesso titolo

deve considerarsi valido il principio pel fitto

dei pascoli, perche i pastori, i piccoli pastori

soprattutto, non sono cosa diversa dai contadini

e vanno salvaguardati anche essi. Non e

ammissibile, quindi, che si scateni in tempi

di carestia e di crisi una incontrollata concorrenza

sul livello dei fitti dei pascoli senza

che i pastori e gli armentisti poveri abbiano

una garanzia adeguata.

In secondo luogo ritengo che debba prevalere

un chiaro orientamento generale per una

preferenza da accordarsi alle cooperative nella

concessione a trattativa privata, diciamolo

pure, dei terreni degli enti pubblici, di tutti

i terreni degli enti pubblici. Ci si chiedera

a questo punto: ma le aziende private, i privati

allevatori devono essere scartati? Noi

rispondiamo che devono essere scartati per

lo meno nei terreni degli enti pubblici. Questo

potra tradursi in un beneficio per loro nel

senso che potra valere come stimolo a trasformare

una pastorizia arretrata, un allevamento

brado ormai superato e inadeguato. Poiche i

privati allevatori possiedono dei capitali,

non sono in grado di attuarla, allo

stato delle cose, i piccoli pastori i quali potranno

operarla solo quando li avremo convenientemente

aiutati e incoraggiati. Nel caso

specifico la maniera piu concreta di incoraggiare

i pastori e le loro associazioni e quella

di concedere a prezzi modici, con canoni equi,

i pascoli alle cooperative.

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