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Immagine del redattoreSilvano Privitera

NICOSIA. Oggi  all’Unità Coronarica dell’ospedale Basilotta ha preso servizio il cardiologo italo-argentino Federico Cardone



NICOSIA. Oggi  all’Unità Coronarica dell’ospedale Basilotta ha preso servizio il cardiologo italo-argentino Federico Cardone (42 anni) con contratto a tempo determinato. In Argentina Cardone, negli ultimi dieci anni, la lavorato nei reparti di unità coronariche di alcuni grandi ospedali di Buenos Aires. Il cardiologo italo-argentino ha firmato ieri nella sede dell’Asp di Enna il contratto di assunzione dove c’erano, ad accompagnarlo, anche Salvatore Artale, direttore dell’Unità Terapia Intensiva Coronarica (UTICT dell’ospedale Basilotta, Fabio Bruno del Movimento per la difesa dei territori (MDT), e la moglie Antonella Tagliapietra, psicologa di professione. Artale esprime grande soddisfazione per l’assunzione del primo cardiologo, che segna di fatto la nascita del nuovo reparto di cardiologia dell’ospedale Basilotta di fondamentale importanza per la zona nord dell’ennese, ricadente nell’Area Interna di Troina. L’MDT, associazione nicosiana che fa parte del Forum Aree Interne, è molto impegnato nel reclutare medici latino-americani da inserire negli ospedali dell’Asp di Enna carenti di medici. Ad oggi sono 7 i nuovi medici provenienti dai paesi latino-americani assunti dall’Asp di Enna e inseriti nell’ospedale di Nicosia. Nei prossimi giorni un altro medico verrà assunto e inserito all’ospedale Branciforti di Leonforte. Ne verranno assunti ancora altri medici dall’Asp per coprire i vuoti d’organico negli altri ospedali dell’Ennese. Soddisfatto di quanto fino ad ora è stato fatto, Bruno ritiene che questo sia stato possibile grazie anche alla stretta collaborazione dell’MDT con l’amministrazione e l’ufficio personale dell’Asp di Enna. Il potenziamento della qualità e della quantità dei reparti degli ospedali Basilotta di Nicosia e Branciforti di Leonforte devono essere gli obiettivi della strategia dell’Area Interna di Troina per contrastare lo spopolamento ed il declino socio-economico di quest’area. Come correttamente indica Luisa Corazza, docente dell’Università del Molise e direttrice del Centro di ricerche per le Aree Interne e gli Appennini, nell’articolo comparso su Il Sole 24Ore di domenica, “è solo uscendo dalla visione del singolo ‘campanile’ che le aree interne potranno avere quella massa critica che consentirà di imporre alla politica nazionale il dramma del loro abbandono

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