top of page
Immagine del redattoreAlain Calò

Non c'è più la vera destra

In questi giorni la Provincia di Enna ha visto sciogliersi come neve al sole il partito Fratelli d’Italia. Prima vi sono state le dimissioni di Carmelo Barbera, nr. 1 del partito in provincia essendone il coordinatore, e poi di Armando Glorioso (già sindaco di Nissoria). Dalle varie dichiarazioni sembra quasi che quello scherzoso appellativo che avevamo dato al partito della Meloni, ovvero i “Gemelli diversi”, si stia sempre più avverando tra accuse, rimpianti e altro. Una cosa che ci preme sottolineare è l’espressione di Barbera sul fatto che è un uomo di Destra. E questa cosa ci fa un poco sussultare perché tra Fratelli d’Italia e la Destra, quella buona (perché di destre ce ne stanno tante), c’è praticamente una valle. Che cos’è la Destra? La Destra è semplicemente il luogo, rispetto al presidente del parlamento, dove si sedettero, durante la rivoluzione francese, quelli più vicini all’Ancien Regime, quindi i più conservatori e reazionari. Ma una persona oggi a favore dell’Ancien Regime non sarebbe uno di destra quanto uno fuori di testa. La destra (e anche la sinistra) buona è quella visione del mondo che pone alla base l’individuo e non la massa. La destra buona è quella che, ponendo alla base l’individuo, riconosce a questi il diritto alla libertà in tutte le sue forme e, ancor di più, cerca di spronare l’individuo a dare sempre più e sempre meglio nell’ottica di una visione meritocratica del mondo. La destra, quella buona, forgia individui con un forte senso del dovere e dei compiti, con grande rispetto verso sé e verso gli altri. La destra a difesa del privilegio (che esiste anche e purtroppo è quella predominante) è una destra morta in partenza. La destra, quella buona e quindi quella viva, è quella che permette ad un uomo di periferia figlio di agricoltori di poter, con le proprie doti e i propri meriti, diventare anche “uno importante”. La destra, quella buona, è quella destra che non dimentica la storia, i suoi errori (le estremità in cui sopra l’individuo è stato posto lo Stato e da cui sono sfociate le guerre), e cerca di muoversi, in maniera cauta nel poter creare un mondo in cui tutti possano essere liberi. Anche la vera sinistra ha a cuore la libertà di ciascun individuo. La differenza sostanziale è che da un lato si dà maggior peso al fattore meritocratico, dall’altro lato si dà peso al fattore equitativo. Una buona destra è a favore di aborto, legalizzazione droghe, eutanasia ed altro (quella non a favore è molto simile alla destra legata all’ancien regime di tanti anni fa) perché danno libertà all’uomo e permette la creazione anche di nuovi mercati (come appunto quelli della droga), ma è contraria ad ogni restrizione della meritocrazia (uno fra tutti la patrimoniale che altro non è che una tassa sul frutto del merito che si trova nella ricchezza). La sinistra buona è anche a favore di aborto, legalizzazione droghe, eutanasia, ma è a favore dell’equità sociale (qui la patrimoniale è ben vista come strumento di redistribuzione di ricchezza). Ma, per meglio comprendere e concludere il nostro ragionamento, basti pensare che la Destra Storica cadde in Italia nel 1876 sulla questione delle ferrovie, se nazionalizzarle o meno. La Destra buona, che come abbiamo visto pone nel libero mercato la propria filosofia, voleva, paradossalmente, nazionalizzare le ferrovie, riconoscendo che questa azione avrebbe maggiormente giovato al neonato Stato. E con questo esempio emblematico si capisce come la destra buona, ma anche la sinistra buona, aldilà di certi inconciliabili pensieri, ha nella propria ottica quella di raggiungere il benessere del singolo. Quale politica farebbe diversamente? La Destra di oggi è un misto di slogan nazionalisti (che vanno bene fino ad un certo punto), tutta votata alla Trinità Dio, Patria e famiglia, non comprendendo che tutto ciò poteva andare bene fino a qualche secolo fa… la vera destra deve invece ampliare la cooperazione dei popoli e arricchire senza pregiudizi il proprio bagaglio culturale. Altrimenti ci chiuderemo tutti in noi stessi e perderemo la ricchezza della diversità che una buona destra riesce a fare emergere come risorsa e non come ostacolo.

0 commenti

Comments


bottom of page