Oggi, il giorno della memoria.
Come dimenticare il più grave genocidio della storia ?
L’olocausto, la shoah (in ebraico catastrofe, distruzione), lo sterminio di circa sei milioni di persone.
Non solo il genocidio, non solo la negazione di diritti personali e politici, ma anche l’umiliazione, l’annichilimento di un intero popolo colpevole solo del reato di appartenere ad una etnia e di nient’altro. Anche in Italia in quel periodo furono emanate le leggi razziali.
Fortunatamente il nazismo ed il fascismo sono stati sopraffatti dalla coscienza democratica delle popolazioni in Europa e nel mondo, dalle resistenze interne organizzate, insieme al determinante intervento armato delle forze alleate.
Il 27 gennaio di 79 anni fa vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz.
Dunque, questa giornata va celebrata e, soprattutto, ricordata.
Spero per sempre, negli anni e nei secoli a venire.
Ma non possiamo sottacere, proprio oggi, anzi opportunamente oggi, quello che sta succedendo sulla striscia di Gaza.
Il popolo israeliano che da perseguitato diventa persecutore, che ha subito una profonda e non rimarginabile ferita storica, da tutti riconosciuta, oggi la infligge ad una popolazione inerme. Trucidando migliaia e migliaia di donne, bambini ed anziani palestinesi.
Qualche giorno fa anche sparando su gente affamata che ritirava acqua, cibo e medicinali.
Vergogna ! Vergogna e disonore a questo governo israeliano.
Opportuna è stata anche la sentenza di ieri della Corte Internazionale dell’Aia, la cui funzione è quella dirimere le controversi tra gli Stati dell’ONU che ne accettano la giurisdizione.
La sentenza provvisoria è chiara e traccia una linea netta.
Riconosce atteggiamenti genocidi di Israele e lo invita a evitarli. Gli ordina altresì di garantire aiuti umanitari nell’area.
Ma le sentenze non sono mai risolutive. Serve l’iniziativa politica della comunità internazionale.
Una linea che isoli e condanni in maniera inequivocabile le scelte genocide e sanguinarie dell’attuale classe dirigente israeliana.
Mi è piaciuto l’intervento equilibrato, fermo ed autorevole del Presidente Mattarella. Insufficiente sul punto invece quello del Ministro Tajani, che ripete in maniera inconferente “stato aggressore, stato aggredito, ecc. ecc..”, direi (lui) quasi in stato confusionale.
La verità è che il governo non ha ancora una linea chiara e si rifugia nelle circolari e nei divieti di manifestazioni pubbliche in favore della causa palestinese, con il rischio di radicalizzare lo scontro e, soprattutto, di insorgenza delle recrudescenze antisemite che sono sempre dietro l’angolo.
Per concludere, non possiamo guardare in maniera neutra o, peggio, sciatta a questi fenomeni che ci appaiono più grandi ed al di sopra della nostra testa.
Abbiamo il dovere di essere osservatori attenti e critici del nostro tempo.
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