Finalmente si ricomincia a parlare di tetto ligneo.
Alleluia !
Ho partecipato anch’io qualche giorno fa all’iniziativa di presentazione della piattaforma multimediale. Sono contento e moderatamente soddisfatto.
La macchina si è messa in moto. Un primo passo per uscire dall’oscurantismo culturale dell’ultimo decennio.
Noi abbiamo indicato tre ipotesi, che debbono andare insieme necessariamente.
Quella multimediale appunto, quella reale, ossia la possibilità di un affaccio al tetto per piccoli gruppi di visitatori, percorrendo la scaletta a chiocciola della torre campanaria da qualche anno restaurata e messa in sicurezza. E ciò servirebbe se non altro a comprovare che il tesoro esiste, pur essendo nascosto.
Ed, infine, la terza, una riproduzione fedele, integrale, direi identica dell’opera in materiale leggero o, forse meglio, una stampa su tavole di legno all’interno di una struttura esistente o da realizzare, magari in un futuro museo del tetto ligneo e, perché no, anche del galloitalico e del San Felice.
La riproduzione dell’opera consentirebbe che essa venga ammirata nella sua interezza dal basso verso l’alto, così come la vedeva nel 1400 il “popolo di Dio”, per rubare un’espressione alla prof.ssa Massara (è stato bello ascoltarla). E oggi, che non siamo più nel medio evo, anche da un popolo di visitatori, studiosi e curiosi come me.
Dicevo, la macchina è ripartita dopo anni di silenzio. Certo adesso bisogna impegnarsi tutti insieme perché il progetto progredisca, diventi operativo e fecondo.
Circa 28 anni fa, insieme ad una notevole attività promozionale, con la tecnologia di allora, avevamo realizzato il tetto ligneo virtuale, ingiustamente troppo presto relegato nel dimenticatoio.
In quel periodo Sindaco, Assessori e Consiglio Comunale (ne faceva parte pure il papà dell’arch. Di Maggio che ha realizzato l’attuale piattaforma) alzavano l’asticella. Era una classe dirigente che giocava partite difficili ed affrontava le sfide più grandi dell’epoca.
Ma questo è un altro discorso.
Oggi, se lo vogliamo, possiamo fare ancora meglio.
Abbiamo tutte le potenzialità tecnologiche che si evolvono velocemente e le intelligenze per gestirle. La piattaforma multimediale forse va ancora potenziata ed ottimizzata, occorre attuare la visita reale e pensare rapidamente dove e come potere realizzare la copia autentica.
E’ necessario ovviamente un rapporto virtuoso tra Comune, Curia e Soprintendenza, che deve sfociare in un protocollo di intesa intanto per attuare il percorso delle visite in maniera continua e regolare (si potrebbe pensare anche ad un collegamento con il Museo Diocesano e la cella del San Felice).
Ma soprattutto bisogna riaccendere i riflettori sul nostro tetto ligneo.
Dibattiti, iniziative, approfondimenti non sono per nulla inutili o superflui. Anzi vanno incentivati e moltiplicati. Essi servono a tenere alta l’attenzione e vivo l’interesse generale.
Conclusivamente, con la piattaforma multimediale ed in attesa della possibilità della visita reale e della riproduzione identica in altro sito, quantomeno possiamo considerare il bicchiere pieno per un terzo e non vuoto per due.
E siccome sono un inguaribile ottimista, voglio brindare a questo primo risultato con vino bianco chardonnay, mantenendo oggi il livello rigorosamente ad 1/3 e poi domani, chissà, aumentarlo all’intero bicchiere.
Ne sarei felice, anche con il rischio di non rimanere sobrio.
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