Chi critica l’attuale amministrazione comunale viene attaccato ferocemente sui social. “Sciacalli”, “avventurieri” sono gli epiteti più ricorrenti.
Coloro che esprimono il loro libero pensiero vengono accusati di remare contro e di essere nemici di Nicosia.
Le cose non stanno così.
Una parte considerevole della popolazione, più ampia di quanto noi stessi immaginiamo e che aumenta giorno dopo giorno, non è più soddisfatta della classe politica. Ovviamente questi cittadini continuano ad amare Nicosia. Anzi forse la amano più di prima (io sono tra questi).
Al di là delle belle foto pubblicate su fcbk che ritraggono una Nicosia by night, il declino della città da dieci anni a questa parte è palpabile. Spopolamento, diminuzione del PIL, chiusura di negozi ed attività, abbandono a sé stessi dei quartieri storici e di quelli popolari, il tutto proporzionalmente in maniera superiore rispetto ad altre realtà siciliane di eguali dimensioni e tradizioni.
Cosa molto più grave, la perdita della leadership territoriale.
Forse per stemperare il crescente dissenso, abbiamo assistito ultimamente ad alcune iniziative bizzarre (solo per usare un eufemismo), buttate lì, così senza alcun confronto, tout court dall’oggi al domani, performances per cavalcare l’onda emotiva e stupirci con effetti speciali.
Un hub militare, presentato come il nuovo miracolo economico.
La richiesta di intitolazione dell’ospedale ad un noto e stimato Chirurgo recentemente scomparso, dimenticando che il nostro nosocomio si chiama Carlo Basilotta, proprio perché costui, due o tre secoli fa, dispose un cospicuo lascito per la sua realizzazione ovviamente con inclusione del proprio nome (per ricordare il Medico ed onorarne efficacemente la memoria sarebbe più opportuno per esempio istituire un premio comunale permanente, magari per giovani laureati in medicina).
L’ultima boutade, partorita dalla canicola di luglio, è quella di declassare la città a borgo, facendola partecipare ad una improbabile gara tra quelli “più belli d’Italia”. Idea tardiva, scopiazzata, antistorica.
Oggi non abbiamo bisogno di “trovate” balzane che non incantano più nessuno o di proposte frammentarie ed improvvisate che non servono a nulla.
In questo preciso momento occorrono soltanto due cose.
Un progetto unitario ed organico volto a rilanciare la città. Ed una nuova classe dirigente che si impegni a realizzarlo. Nient’altro.
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