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Piergiacomo La Via

PIERGIACOMO LA VIA. TETTO LIGNEO,UNA PROPOSTA PER USCIRE DALL'OSCURANTISMO


Mi piace molto la proposta lanciata dal blog Germinal. Bravi. 

Un progetto per la valorizzazione del tetto ligneo utilizzando i fondi PNRR. 

Il tetto ligneo è il nostro tesoro nascosto.

Un soffitto a capriate dipinto risalente al 

1400, probabilmente oggi unico in Europa, occultato da una sottostante volta tardo-

rinascimentale e, dunque, fortunosamente protetto dalle intemperie e conservato nel 

tempo, casualmente scoperto da tale Leopold nei primi del Novecento. 

Un primo esperimento di valorizzazione digitale (il tetto ligneo virtuale) risale a circa 

trent’anni fa, con strumenti e linguaggi della tecnologia di allora. 

Il tetto ligneo non è la più importante opera d’arte di Nicosia. E’ l’opera d’arte per 

antonomasia. 

Anzi meglio, il tetto ligneo è Nicosia. Insieme al San Felice ed al Galloitalico. 

Purtroppo, la sua importanza è inversamente proporzionale all’attenzione che gli è stata 

riservata dalla classe politica nell’ultimo decennio. 

Un terribile periodo di oscurantismo culturale, prima che sociale e politico, su cui non ho sentito pronunciare ad alcun rappresentante del governo cittadino queste due semplici parole "tetto ligneo"

ma torniamo alla proposta Germinal. Un progetto che possa intercettare i fondi del 

PNRR. 

E perché no? 

Il PNRR è attualmente uno dei maggiori strumenti di finanziamento. C’è chi lo paragona 

al piano Marshall. Probabilmente è vero e addirittura le risorse, in proporzione, sono 

forse maggiori. 

Bisognerebbe centrare gli “obiettivi” del Piano Finanziario e agire almeno su tre linee

di intervento. Una riproduzione virtuale dell’opera (la Parrocchia della Cattedrale

pare abbia già rifatto un video esplicativo), la possibilità di una fruizione con “affaccio”

sopra la volta per un numero limitato di visitatori e, il piatto forte, la riproduzione in 3D delle 

navate e dei dipinti in un luogo diverso per dare la dimensione reale dell’intera opera a 

chi la guarda dal basso. 

E dove installare il nuovo soffitto realizzato in 3D? 

Non mancano certamente le location. Solo per fare qualche esempio, una Chiesa che 

non abbia un suo tetto di pregio. I soffitti interni dell’auditorium dell’ex Teatro 

Comunale o del Seminario Vescovile. Oppure realizzare ex novo una struttura precaria 

(in legno o in altro materiale non impattante) ad esempio sul sito abbandonato di Santa 

Domenica, il cui tetto interno sarebbe costituito dalla riproduzione tridimensionale 

dell’opera. La nuova struttura potrebbe inoltre diventare un nuovo museo, il “Museo del 

Tetto Ligneo” per non sforzarci a cercare nomi. 

In buona sostanza, il visitatore avrebbe la possibilità di guardare il video immersivo da 

uno pc o da un visore in 3D, salendo dalla scala interna della torre campanaria osservare 

da vicino una porzione di tetto autentico con l’affaccio sulla volta ed infine ammirare, 

dal basso, in un luogo diverso, l’intero soffitto, realizzato con tecnica tridimensionale, 

cioè capriate dipinte con misure, proporzioni e colori reali. 

Si riaprirebbe in un fiat il dibattito e l’interesse sulla preziosa opera, coprendo 

rapidamente lo iato decennale, si riprenderebbe il lavoro della Preside Ruta e

della Professoressa Scelfo, dei compianti Padre Gioco e Professore De Francisci e di  

tutti coloro, studiosi, intellettuali, funzionari ed amministratori che hanno dato il loro

fattivo contributo per accendere i riflettori sull’opera d’arte e, di conseguenza, sulla città. 

Non so se i soggetti legittimati, Comune, Curia, Soprintendenza raccoglieranno mai 

l’appello. 

Non so se si istituirà ad esempio un tavolo tecnico e paritetico tra animatori, partner e 

società civile che esamini la proposta e, sul principio che nessuno ha la verità in tasca, 

possa pervenire nel merito anche a soluzioni e conclusioni diverse e migliori. 

Ne dubito fortemente, ma me lo auguro con uguale intensità.

Sarebbe un modo coraggioso per tracciare strade nuove e superare il dilagante 

conformismo, andare oltre le comfort zone, oramai stagionate e soffocanti. 

Sarei felice, e tanti come me, di assistere ed applaudire -davvero, questa volta si- ad 

una inaugurazione/benedizione, con coordinati fascia tricolore ed aspersorio, di 

un’opera significativa ed utile per la comunità, il territorio e per le future generazioni. 

Magari potessimo finalmente uscire dalle tenebre e cominciare “a riveder le stelle


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