Mi piace molto la proposta lanciata dal blog Germinal. Bravi.
Un progetto per la valorizzazione del tetto ligneo utilizzando i fondi PNRR.
Il tetto ligneo è il nostro tesoro nascosto.
Un soffitto a capriate dipinto risalente al
1400, probabilmente oggi unico in Europa, occultato da una sottostante volta tardo-
rinascimentale e, dunque, fortunosamente protetto dalle intemperie e conservato nel
tempo, casualmente scoperto da tale Leopold nei primi del Novecento.
Un primo esperimento di valorizzazione digitale (il tetto ligneo virtuale) risale a circa
trent’anni fa, con strumenti e linguaggi della tecnologia di allora.
Il tetto ligneo non è la più importante opera d’arte di Nicosia. E’ l’opera d’arte per
antonomasia.
Anzi meglio, il tetto ligneo è Nicosia. Insieme al San Felice ed al Galloitalico.
Purtroppo, la sua importanza è inversamente proporzionale all’attenzione che gli è stata
riservata dalla classe politica nell’ultimo decennio.
Un terribile periodo di oscurantismo culturale, prima che sociale e politico, su cui non ho sentito pronunciare ad alcun rappresentante del governo cittadino queste due semplici parole "tetto ligneo"
ma torniamo alla proposta Germinal. Un progetto che possa intercettare i fondi del
PNRR.
E perché no?
Il PNRR è attualmente uno dei maggiori strumenti di finanziamento. C’è chi lo paragona
al piano Marshall. Probabilmente è vero e addirittura le risorse, in proporzione, sono
forse maggiori.
Bisognerebbe centrare gli “obiettivi” del Piano Finanziario e agire almeno su tre linee
di intervento. Una riproduzione virtuale dell’opera (la Parrocchia della Cattedrale
pare abbia già rifatto un video esplicativo), la possibilità di una fruizione con “affaccio”
sopra la volta per un numero limitato di visitatori e, il piatto forte, la riproduzione in 3D delle
navate e dei dipinti in un luogo diverso per dare la dimensione reale dell’intera opera a
chi la guarda dal basso.
E dove installare il nuovo soffitto realizzato in 3D?
Non mancano certamente le location. Solo per fare qualche esempio, una Chiesa che
non abbia un suo tetto di pregio. I soffitti interni dell’auditorium dell’ex Teatro
Comunale o del Seminario Vescovile. Oppure realizzare ex novo una struttura precaria
(in legno o in altro materiale non impattante) ad esempio sul sito abbandonato di Santa
Domenica, il cui tetto interno sarebbe costituito dalla riproduzione tridimensionale
dell’opera. La nuova struttura potrebbe inoltre diventare un nuovo museo, il “Museo del
Tetto Ligneo” per non sforzarci a cercare nomi.
In buona sostanza, il visitatore avrebbe la possibilità di guardare il video immersivo da
uno pc o da un visore in 3D, salendo dalla scala interna della torre campanaria osservare
da vicino una porzione di tetto autentico con l’affaccio sulla volta ed infine ammirare,
dal basso, in un luogo diverso, l’intero soffitto, realizzato con tecnica tridimensionale,
cioè capriate dipinte con misure, proporzioni e colori reali.
Si riaprirebbe in un fiat il dibattito e l’interesse sulla preziosa opera, coprendo
rapidamente lo iato decennale, si riprenderebbe il lavoro della Preside Ruta e
della Professoressa Scelfo, dei compianti Padre Gioco e Professore De Francisci e di
tutti coloro, studiosi, intellettuali, funzionari ed amministratori che hanno dato il loro
fattivo contributo per accendere i riflettori sull’opera d’arte e, di conseguenza, sulla città.
Non so se i soggetti legittimati, Comune, Curia, Soprintendenza raccoglieranno mai
l’appello.
Non so se si istituirà ad esempio un tavolo tecnico e paritetico tra animatori, partner e
società civile che esamini la proposta e, sul principio che nessuno ha la verità in tasca,
possa pervenire nel merito anche a soluzioni e conclusioni diverse e migliori.
Ne dubito fortemente, ma me lo auguro con uguale intensità.
Sarebbe un modo coraggioso per tracciare strade nuove e superare il dilagante
conformismo, andare oltre le comfort zone, oramai stagionate e soffocanti.
Sarei felice, e tanti come me, di assistere ed applaudire -davvero, questa volta si- ad
una inaugurazione/benedizione, con coordinati fascia tricolore ed aspersorio, di
un’opera significativa ed utile per la comunità, il territorio e per le future generazioni.
Magari potessimo finalmente uscire dalle tenebre e cominciare “a riveder le stelle
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