Caro Papa Francesco,
mi permetto, intanto, di chiederti con molta umiltà perché ancora ti ostini a chiamarti Francesco data la tua ennesima crociata contro gli animali domestici in totale antitesi al santo di Assisi (questi non fanno parte del Creato?). Dopo che ti sei rifiutato di benedire il cagnolino di una persona oggi ti lamenti che ci sono più veterinari che pediatri.
Ora, caro Papa Bergoglio (togliamo Francesco), io lo capisco che da bravo burocrate di Chiesa guardi lontano e comprendi che meno bambini significa meno 8xmille un domani che andrà a rimpinguare le casse del Vaticano, oltre al fatto che meno bambini significa anche meno divertimento per alcuni preti (abolire il celibato no?) che si sono dimostrati molto “amici dei bambini” in tutti i sensi con un Vaticano che ha o coperto oppure poi se ne uscito con un “scusate abbiamo sbagliato” (chissà perché alla Chiesa è permesso dire “scusate abbiamo sbagliato” è andare avanti nonostante crociate, morti e abusi).
Ma comunque, fermo restando che, fortunatamente, ancora esistono dei preti che rappresentano la vera Chiesa, ovvero quella che si occupa delle anime e non del numero dei figli o dell’8xmille e che magari accudisce e accoglie amorevolmente anche i cani e gli animali domestici, devi comprendere che l’iter di formazione tra un veterinario e un pediatra è molto diverso e che per la sua diversità porta giocoforza ad un maggior numero di veterinari che di pediatri. Ma al di là dell’iter, è anche vero che in questa società, iperconnessa ma tremendamente sola nelle sue singolarità e totalmente sfiduciata dal futuro, la carezza di un animale domestico è l’unico vero sorriso di un Dio amorevole nei confronti dell’Uomo, perché vedere negli occhi un animale domestico, poter vedere quanto amore questi nutre per noi ci ricorda che il mondo, nonostante tutto, nonostante anche una chiesa cieca e sorda come quella che da Duemila anni affligge questa umanità, è un luogo meraviglioso e che c’è qualcosa di più importante oltre agli ori, agli incensi, ai marmi del Vaticano e altro: c’è l’amore vero, che non giudica, che non ti dà penitenze, che ti sta accanto, che ti consola. E che non costa molto perché fare un figlio è un investimento e se si vuole veramente bene alla vita umana, non la si crea in un contesto senza futuro e senza certezze.
Il vero problema è che in questa società ci siano ancora troppe chiese e poche biblioteche, che ancora alla vista di un Vescovo o di un Papa tutti si inchinano, che davanti ad una tonaca viene un senso di soggezione e si pensa che se non rispetta anche l’ultimo cavillo della Bibbia si finisce nel fuoco eterno.
Mi auguro sempre che se esiste un inferno quello sia fatto solo appositamente per tutti coloro che hanno usato il proprio potere per sottomettere gli altri, e quindi, sicuramente gli uomini di Chiesa saranno una componente maggioritaria di quel luogo.
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