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Immagine del redattoreAldo la Ganga

QUEL GIORNO A TORINO E GIANNI MINÀ

Aggiornamento: 2 apr 2023



Il mese di maggio del 2015 è stato per me un mese intenso, da li a qualche settimana avrei compiuto 50 anni e si sa a cinquant’anni si comincia a fare i conti con il proprio passato, con i propri errori e si ci rituffa nelle proprie passioni con più entusiasmo di prima, anche perché di tempo per godersele non ne rimane moltissimo….

Fu cosi che organizzai due viaggi, uno a Carrara per il primo maggio e uno al salone del libro di Torino.

L’anarchismo e i libri, eterni miei amori…….

Di quella giornata a Carrara ho già scritto più volte, della visita al salone del libro ancora non ne avevo avuto occasione.

Se non ricordo male, quell’anno il salone si tenne intorno al 10/12 maggio e durante il mio girovagare per comprare qualche libro, incontrare qualche amico e sentire il battito della cultura italiana e internazionale, mi imbattei in una saletta dove stava per iniziare la presentazione dell’ultimo numero della rivista letteraria Latinoamerica e tutti i sud del mondo di cui Minà fu editore e direttore.

Seduto al tavolo oltre ad altre due persone che non conoscevo, c’era lui, Gianni Mina.

Ascoltai la breve presentazione e alla fine mi alzai per salutarlo, ricordo ancora i suoi occhi brillanti stampati in un sorriso fiabesco.

Fu l’unica volta che l’ho incontrato.

Di Gianni Minà cosa posso aggiungere io che altri non hanno già scritto?

Era un uomo mite, solare, libero, era un compagno. Era inoltre un vero professionista, un intellettuale garbato e preparatissimo , un giornalista vero, cioè sul campo.

Lui non scodinzolava mai al potere, la sua libertà non aveva prezzo, e proprio per questo subì ostracismi ed emarginazioni, a cui lui rispondeva sempre con un grande sorriso.

Lo contraddistingueva l’onestà intellettuale di chi resta coerente con le proprie idee che apertamente professa e ne paga senza lamentarsi il prezzo.

Gianni Minà era un partigiano, cioè un uomo di parte. Una parte che era in una Sinistra ideale che in Italia non esiste più.

Gianni Minà fu un uomo del mondo, quel mondo che lui girò in lungo e in largo, soprattutto quella che lui considerava la sua seconda casa , l’ America Latina, prova ne sono le sue tantissime amicizie famose da Mohamed Ali a Fidel Castro, da Gabriel García Márquez a Massimo Troisi, a tantissimi altri.



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