Ieri mattina è scoppiato un incendio in via Granfonte e nel rogo è bruciato Benito Leonforte. Le dinamiche dell'accaduto sono ancora poco chiare, verranno accertati i fatti e serviranno a capire cosa è accaduto. Sappiamo con certezza che una vecchia casa, forse non adeguata agli standard di sicurezza odierni, è bruciata come una torcia, con grave rischio per l'intero quartiere. Sappiamo che dentro quella casa viveva un uomo di 55 anni. L'uomo si chiamava Benito Leonforte. Sui social il cordoglio per Benito è stato unanime e così pure le polemiche. Benito Leonforte viveva in condizioni di indigenza. Gentile con tutti nonostante le gramaglie esistenziali. E' stato definito un invisibile, ma non lo era affatto. A Leonforte lo conoscevano tutti e tutti sapevano delle fragilità che l'affliggevano, non era affatto un invisibile, così come non lo sono i tanti e le tante che vediamo e spesso evitiamo perché non conformi all'etichetta urbana che ci vuole omologati e sempre performanti. La nostra è l’era del disagio per essere bisogna eccellere, con buona pace di chi non riesce a tenere il passo. Benito Leonforte è morto solo o forse perché era solo,? in una vetusta casa della zona storica. Il sindaco ha dichiarato che le spese funerarie saranno pagate dal comune e chi altri avrebbe dovuto farsene carico? I leonfortesi, certo . Nessun leonfortese avrebbe rifiutato di contribuire alle spese funerarie, nessuno perché a Leonforte il senso della pietà non è morto. Latita, forse, il senso dell'opportunità; ieri sera alla Granfonte c'è stato un concerto, calendarizzato da tempo, ma inopportuno data la tragedia che la mattina si era consumata a pochi passi dalla Granfonte. Speriamo che quelle note abbiano accompagnato l'ultimo viaggio di Benito Leonforte. Riposa in pace Benito.
La foto condivisa nel gruppo Facebook "Leonforte nel cuore" ricorda un giovane Benito Leonforte. Un paesano che ha vissuto la migrazione come tanti e tante e come tanti e tante le difficoltà della vita.
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