responsabile del Comitato “riapriamo il Tribunale di Nicosia”
Piergiacomo si muove qualcosa ?
Si. Pare di si.
“Dobbiamo prendere atto che la riforma della geografia giudiziaria del 2013 è stata un fallimento. Mancano i risultati attesi. Non ha garantito la celerità che prometteva. Ha spento in troppi luoghi la luce della legalità rappresentata da una sede giudiziaria”.
Anche se le sottoscrivo, non sono parole mie o di chi si è occupato in questi anni del problema. Ma di Andrea Delmastro, attuale sottosegretario alla Giustizia.
Gli fa eco il Ministro Nordio nel suo intervento di ieri mattina (19 gennaio) alla Camera dei Deputati (potenziare la giustizia di prossimità, per portarla più vicino ai cittadini, soprattutto nei territori particolarmente disagiati).
Ma non per questo mi faccio prendere da facili entusiasmi.
Per usare un termine giudiziario, “i precedenti” non depongono a nostro favore.
Proprio 5 anni fa il governo giallo-verde (Lega - 5 stelle), nel “contratto”, si perché il rivoluzionario M5S allora pretese che si chiamasse così il programma, aveva previsto "una rivisitazione della geografia giudiziaria con l'obiettivo di riportare i Tribunali vicino ai cittadini " (art.12 contratto).
Quel governo, come è risaputo, non fece nulla e il responsabile del Dicastero pro tempore, un promettente deejay, probabilmente lo troveremo nel guinnes dei primati come il peggiore Ministro della Giustizia dal dopoguerra ad oggi.
Che però, a distanza di 10 anni, la riforma ha fallito i propri obiettivi è la triste realtà.
Si sono ingolfati gli uffici giudiziari, non c’è stato alcun risparmio di spesa, i territori sono stati impoveriti, sono spariti i presidi di legalità. Penso a tutti coloro (paladini della legalità ma non solo) che, anzicché guardare la luna, vedono solo il dito. Ci si infiamma per esempio a parlare di mafia dei nebrodi, dimenticando che proprio in quel territorio (oltre alle due Case Circondariali), sono state smantellate due Procure della Repubblica e due Sezioni di Polizia Giudiziaria, collegate rispettivamente ai Tribunali di Nicosia e Mistretta, importanti presidi di legalità a tutela del territorio, utili ad arginare e prevenire i fenomeni di criminalità singola ed organizzata.
E Nicosia e i nicosiani?
La ferita resta ancora aperta.
Ricordo il commovente scritto di una collega ed amica (rimasto inedito) che si intitola “storia di un’ingiusta sottrazione”, nel quale traspare l’orgoglio, la forza e la volontà di un popolo, unito al di là di ogni appartenenza, che, pur portando avanti una appassionata e giusta battaglia contro un sorpruso, alla fine l’ha persa.
Non sono bastati scioperi, blocchi stradali e ferroviari, presidi, sfilate e cortei. Oltre agli innumerevoli “viaggi della speranza” a Roma e all’impegno dei parlamentari e delle amministrazioni comunali del territorio.
Non è bastata neppure la ragionevole proposta, congiunta, delle popolazioni interessate di lasciare nel territorio almeno un Tribunale ed un Carcere sui Nebrodi. Niente da fare, la mannaia della macelleria sociale si è abbattuta ancora più forte.
E comunque, se potessi tornare indietro, rifarei esattamente tutto.
Perché una battaglia si può anche perdere. Ma si perde sempre quando non la si fa.
Proposte ed iniziative da parte del Comitato?
Seguiremo con attenzione l’iter e gli sviluppi e siamo disponibili, se ci verrà richiesto, a fornire ogni supporto o suggerimento secondo l’esperienza che abbiamo acquisito in questi anni. Formuleremo le necessarie proposte a chi ha il dovere e la responsabilità di attuarle.
Ma in buona sostanza tu ci credi?
Lo vedremo nei prossimi mesi.
Il nuovo governo avrà il difficile compito di operare controcorrente rispetto a quelli precedenti e, soprattutto, di smentire i naturali scetticismi che si sono incrostati nella popolazione.
Troppe le delusioni per poterci credere.
Più bruciante l’ultima di qualche anno fa.
Quando in Sicilia eravamo sul punto di partire, utilizzando in via sperimentale i locali dei Tribunali soppressi, dove si sarebbero svolte la gran parte delle attività giudiziarie, oltre l’80%, possibilità perfettamente legale ai sensi dell’art. 8 comma 4 bis D.Lvo 155/2012 e divenuta reale dopo l’approvazione da parte della Regione Siciliana della c.d. “Legge Lantieri”, passata a maggioranza grazie anche all’intervento in aula dell’allora Presidente Musumeci ed adottata in seguito anche da altre Regioni italiane, il Ministro Bonafede si è rifiutato di sottoscrivere la convenzione con il governo regionale che si sarebbe assunto gli oneri economici gestionali unitamente ai Comuni partecipanti al progetto.
Proprio così. Assurdo, ma vero.
In definitiva, per rispondere alla Tua domanda, se non ci credo comunque ci spero.
Se non altro perché è davvero difficile fare peggio dell’ex Ministro Bonafede, per il quale invoco il diritto all’oblìo.
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