Chiarito che ognuno può decidere di cucinare la pasta come meglio crede perché lì l'Italia misura la sua libertà, vorrei si parlasse d'altro.
Ad esempio, mentre si profila all'orizzonte il tentativo di imporci una Repubblica presidenziale, ovvero il peggio che una democrazia possa sopportare prima di scivolare nella dittatura e sentiamo discutere su misure che mirano alla destrutturazione di quel poco di welfare che ad oggi resiste, dalla sanità al semplice sussidio per chi non ce la fa a stare su un mercato del lavoro destrutturato, nessuno o quasi si cimenta seriamente su questioni fondamentali quali quelle della capacità energetica italiana, della mobilità sostenibile, della gestione sostenibile delle risorse idriche...
Insomma, dell'Italia non parla quasi nessuno.
Badate, non sarà la guerra, che ha accelerato i tempi ed ha aperto le porte, come sempre, alle peggiori speculazioni, a farci penare, ma il prepotente stillicidio di limiti planetari oramai raggiunti e, una volta superati, capaci di scatenare le peggiori piaghe.
Continuo però a leggere di sconsiderati appelli in nome della difesa della pesca, del paesaggio, del mare, contro la realizzazione degli impianti off-shore, continuo a leggere di gente che si schiera sempre e comunque contro la realizzazione di impianti di produzione del biogas, che continua a immaginare inceneritori capaci di eliminare tutta la immondizia e di sottrarli a noioso compito di separare le frazioni di rifiuto, continuo a sentire gente della stregua di Calenda e dell'innominabile Papeetiano, che, senza capirne un fico secco, blaterano di nucleare, di rigassificazione, di termovalorizzazione. Bene, abbiamo capito che vincerà il centrodestra, che una certa tipa andrà a Palazzo Chigi, che l'autunno inoltrato sarà rovente e che l'inverno sarà anche peggio. Ora proviamo a capire che la sveglia è bella che suonata? Proviamo a comprendere che le minime scelte personali e familiari sono il primo, consapevole passo verso cambiamenti complessi e collettivi? Proviamo a entrare nell'ottica della solidarietà vera, quella che ci aspetteremmo se fossimo noi ad averne bisogno?
Se non ne siete convinti pazienza, ho la ricetta: prendete due o più uova, passate di burro una capiente padella, portatela a temperatura a fuoco bello vivo, alla faccia mia e di Parisi, schiaffate le uova sul burro sfrigolante, friggetele magari con delle fette di bacon di maiali macellati tra Amburgo e Colonia, condite con sale e pepe q.b, accompagnate il tutto con un succo di papaya della Begiuania del sud, accendete il condizionatore a palla e, dinanzi una replica di Grande Fratello VIP, spadellate in un piatto e affondando fettone di pane di finta segale in finto stile "organic" della Mulino Color di cane che fugge, mangiate bofonchiando: "murtu ppi murtu mi friu n'uvu" (morto per morto mi friggo un uovo).
Cosa vi manca? Un Lucano!
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