di Antonella Leonardo
Riconoscere la bellezza, salvarla dall’incuria, contemplarla, custodirla sono atti politici.
Il bello, inoltre, genera il buono, il buono produce bellezza in una circolarità virtuosa.
E non è, di certo, questo solo un tema da esteti o da filosofi: la bellezza e tutte le buone pratiche ad essa collegate sono anche politiche, nel senso più letterale: riguardano il governo della città, la definiscono, le danno carattere.
Ma cosa è la bellezza?
Non è semplice o,forse,è impossibile dare una definizione univoca della bellezza ; il principe Miskin proclama, ne’ L’idiota di Dostoevskij, che “ La bellezza salverà il mondo”, ma alla domanda di Ippolit su quale bellezza salverà il mondo, il principe tace, poi risponde:”È difficile giudicare la bellezza.È un enigma.”
La Bellezza è nelle multiformi espressioni del genio umano: la pittura, la musica, l’architettura, la scultura, la poesia; negli incanti della Natura, e, più in generale, in tutto ciò che suscita sentimenti di piacere, ammirazione,di benessere .Per procedimento logico inverso si può definire ciò che bello non è.
Si può,dunque, affermare di condurre una vita bella e buona in una città sporca, caotica,dove gli spazi verdi sono lasciati all’abbandono e all’incuria ,dove si favorisce la cementificazione selvaggia senza alcuna attenzione al paesaggio e all’equilibrio ambientale, dove le strade sono potenziali pericoli per l’incolumità pubblica,dove le soluzioni provvisorie ai problemi di manutenzione ordinaria diventano definitive, sgravandosi coscienze e responsabilità ,le amministrazioni ,solo perché segnalano il pericolo?
Il decoro, la pulizia, l’armonia dei luoghi iconici di una città, quelli da cartolina per intenderci , ma anche delle sue periferie, fino al più recondito vicolo, definiscono la città; e rivelano in maniera inequivocabile l’identità di chi la governa e di chi la abita; e chi la governa la abita !
Si rendono così manifesti il programma e la visione di città di chi, per volontà popolare, ne regge
le sorti .
Si rivela il grado di senso civico dei cittadini, esprimibile in una molteplicità di gesti, e il livello di consapevolezza del peso del più piccolo gesto quotidiano ,nel bene e nel male, nella definizione cittadino attento al Bene comune.
Se la città è sudicia ,se i cumuli di immondizia si elevano agli angoli delle strade è dovuto certamente all’inefficienza o inesistenza dei servizi di nettezza urbana, ma altrettanto responsabili sono coloro i quali hanno in spregio le più elementari norme della convivenza civile : chi non raccoglie le deiezioni dei propri cani dai marciapiedi, chi sparge, incurante, mozziconi e cartacce, chi lascia residui di bivacchi notturni in bella mostra ovunque. È solo un esempio e pertanto non può essere esaustivo del tema .
Unicuique suum.A ciascuno il suo.
A tutti i livelli, istituzionali e privati, è necessaria un’educazione alla bellezza.
Riconoscerla, apprezzarla risveglia sensibilità sopite, suscita attenzione e gratitudine, desiderio di custodia generosa, affinché le generazioni future l’abbiano intatta ,auspicabilmente meglio di come si è ricevuta , ricordando sempre che siamo solo “eredi fiduciari”.
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