Quando arrivai in questo paese , piu di 20 anni fa, non conoscevo queste magnifiche colline di cui fa parte Santa Venera di Nicosia. Che non ha nulla a che vedere con il borghetto di Santa Venera di Gangi, ma che è, anzi era uno splendido pezzo di paradiso...
Arrivare fin su , era ed è un vero dilemma, sembrava proprio il posto dove si suol dire " si scurdau a cammisa u signurj" ... le strade fatiscenti , in salita e piene di buche, a tratti asfaltati, a tratti rattoppati con un misto di sabbia e pietrisco circondato da erbette spontanee che ne definiscono il centro della carreggiata , più che strada sembra un viottolo allargato, e non si capisce bene dove finisce l'asfalto e dove inizia la natura selvaggia....Più salivo e più mi rendevo conto di quanto meraviglioso fosse quel posto fatto di natura incontaminata, di vegetazione mediterranea e una vista mozzafiato. I terreni a confine con la "Reggia Trazzera " nel punto più alto di Santa Venera di Nicosia di Sicilia scorgono all'orizzonte l'imponente bellezza di sua Maestà L'Etna.
Alla sua sinistra si scorge La riserva di Monte Altesina, difronte le Madonie creano suggestivi paesaggi e tramonti con le sfumature aranciate e i chiaroscuri indescrivibili, danno vita ad uno scenario pittoresco. In inverno quando scende la nebbia sembra di poterla toccare, la vedi che scende lenta, fitta, come una nuvola che avvolge tutto ciò che incontra, col suo manto folto e bianco le sfumature di grigio, cammina a passo lento, e nel silenzio tutto sparisce. Si intravede solo il verde intenso dei terreni misti al colore scuro della terra bagnata, col suo odore dolce e pungente che sa di roccia e di muschio , una terra arida che non da spazio a grandi coltivazioni, ma con immense distese di "Disa" o "Liami" (Ampelodesmos mauritanicus), dai larghi cespugli con le foglie sottili e verdi , che a mo di frangia accarezano il terreno,e producono delle simil spighette ,dal colore giallo paglierino, che nelle giornate di tramontana sembrano salutare il vento, e rincorrerlo creando delle onde che ricordano quelle del mare,nella versione più rude della vegetazione mediterranea, ma senza dubbio, affascinante e pittoresco... Anticamente le foglie venivano usate per creare le sedute delle sedie, le ramificazioni piu piccole venivano utilizzate dalle mani sapienti delle Massaie per creai i "busi" o "fusi" che servivano ad arrotolare la pasta e creare gli antichi "maccarruna cu bucu" una sorta di spaghettoni col buco, tipo bucatini rustici, che si usava fare nei giorni di festa,quando con un buon sugo di carne, anche questo preparato solo per le occasioni importanti, allietavano i pranzi e il meritato riposo...Uno zio ,un giorno, vedendo la mia curiosità verso tutto quello che mi circondava, mi insegnò ad intrecciarli e fare dei piccoli canestri ,per lo più ornamentali, un intreccio di rami che prendevano forma rievocando tempi lontani ,dal colore di foto in bianco e nero... Oggi
fanno solo parte della vegetazione autoctona cosiderata infestante e non produttiva, ma ogni volta che le guardo sembrano delle soffici nuvole ricoperte di verde, che corrono e s'inseguono, e portano con se tutta la forza della natura incontaminata.
Sin da subito ho amato questo luogo,che ti rapisce e ti riempie con la sua veste che muta col passare dei giorni... in Primavera , la terra si riempie di colori ,erbe di ogni tipo fanno capolino, nelle tiepide giornate a tratti incerte, distese di "Niputedda" dall'odore aromatico e speziato ,si alternano a campi interminabili di cicorie , dente di leone (tarassaco) , margherite , papaveri e infinite erbe aromatiche, cardi selvatici , e rovi di more , e le asphodelina dai tipici fiori gialli, insieme alle asphodelie dai fiori bianchi sfumato di rosa, coi loro lunghi steli e le folte chiome di foglie sottili ed appuntite , creano sentieri coloriti che tra storia e letteratura rievocano antiche leggende.
Un tripudio di colori , profumi che si alternano tra di loro , dal trifoglio alle ginestre selvatiche che appena fioriscono riempiono l'aria di un profumo avvolgente e nonostante siamo passati piu di vent'anni, li tutto è rimasto fermo, il tempo sembra non essere mai trascorso. L'agricoltura principale fonte di vita, non ha cambiato la morfologia della terra, le piccole aziende presenti sono sopravvissute con sacrificio e abnegazione, rispettando il territorio e la sua storia... Fino a che l'uomo avido e
irrispettoso ha deciso che quella bellezza doveva essere sfruttata, e in qualche modo imbruttita , è così che Santa Venera di Nicosia è stata deturpata dal parco eolico del Giunchetto... sfreggiando irrimediabilmente un territorio ricco di flora e fauna selvatica, alterando il silenzio della collina, alterando anche la rotta di alcuni uccelli migratori che ormai da alcuni anni non si vedono più passare... Tutto questo sempre e comunque per l'interesse ipocrita di un sistema poco attento al territorio.
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