Silvina Castro è nata a Paranà, Argentina, e a Paranà vive con il figlio, ma sogna Leonforte. "Mio nonno, classe 1895, partì da Leonforte nel 1904 con i genitori e la sorellina e da Genova imbarcò per Buenos Aires". Salì sul piroscafo Sirio, come tutti i migranti del tempo e arrivò dopo venti giorni di navigazione. Il Sirio naufragò nel 1906, di fronte alle coste di Capo Palos, a Cartagena, in quel naufragio morirono 293 persone su 500 imbarcati, molti erano italiani e tutti erano migranti. Capitava, allora a noi, oggi agli altri. "Giunto in Argentina fu chiuso nell'Hotel dei migranti ( così veniva chiamato) e dopo una quarantena di due settimane "formato" per le esigenze di un Paese, che fra il 1871 e il 1900, accolse più di 800 mila italiani. Migranti che contribuirono alla formazione di quel Paese. Nel complesso dall'unità d'Italia al secondo decennio del XXI secolo sono partiti verso l'Argentina più di 3 milioni di italiani. L'Argentina rappresentò dopo gli USA , il Brasile e la Germania la meta più ricorrente dell'emigrazione italiana. "Mio nonno diventò fabbro, sposò un'argentina ed ebbe un solo figlio, mio padre. Di Leonforte ricordava la grande fontana e una nevicata così importante da costringerli a mangiare radici per giorni." Silvina vive nella parte Nord/Est dell'Argentina, a 600 km da Buenos Aires e per raggiungere l'Italia affronta 13 ore di viaggio. La prima volta venne nel 2015, dopo aver studiato italiano alla Dante di Paranà. Ha ottenuto la cittadinanza italiana ( a cui il nonno aveva rinunciato, dopo la nascita del figlio) nel 2018 "il più bel giorno della mia vita". "Mi sento più leonfortese che argentina" dice e del resto oggi l'Argentina di Milei vive una fragilità strutturale nonostante il rallentamento dell'inflazione e la sostanziale tenuta dell'attività economica. "Abbiamo paura. La crisi sociale è fortissima; le strade sono insicure e non funziona niente. I servizi pubblici hanno ceduto il passo al privato, ma la corruzione è endemica e solo pochi privilegiati possono accedervi. In ospedale mancano medici e farmaci e spesso il personale viene aggredito". Sarà per questo motivo che molti medici sperano nell'Italia? Italia che, per instabilità sanitaria e rischio aggressioni, pare essere sulla stessa strada dell'Argentina? "In Argentina, i tagli più forti sono stati fatti sugli investimenti pubblici, ma è stata ridotta anche la spesa sociale. I giovani hanno creduto in Milei, io no". Oggi, Silvina spera di andare in pensione a 70anni e di poter tornare a Leonforte per guardare il tramonto alla Granfonte, ascoltandone il rumore dell'acqua (finché dura) e sentendo la pace dentro di sé. A Silvina il comune di Leonforte dovrebbe riconoscere un particolare omaggio per l'amore che nutre nei confronti di un paese che non riesce a trattenere i suoi figli. " A Leonforte incontro persone gentili in Argentina no. La crisi economica ci ha incattiviti conclude, amaramente, Silvina. Paranà è gemellata con Leonforte dal 1991 e a gennaio di quest'anno è stato celebrato il 33°anniversario, con il rinnovamento del patto di cooperazione e amicizia. Silvina non ha avuto il piacere di incontrare, in questo breve soggiorno a Leonforte il sindaco, ma certamente anche a lei va la rinnovata promessa di amicizia e accoglienza.
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