“Oggi sembra essere una moda quella di mortificare noi giovani: voi adulti ci dite che siamo passivi, senza iniziativa, spenti. E questo si accompagna sempre, implicitamente o esplicitamente, ad un paragone: voi invece eravate dei giovani attivi, pieni di intraprendenza e di ideali. E se gli adulti vi facevano delle critiche, erano esattamente quelle opposte: troppo ribelli, scapestrati, insofferenti delle regole.
Voi avevate dei sogni, degli ideali, ci dite. Ideali! Lei che è un adulto, mi dica quali sarebbero oggi gli ideali che possono guidarmi e dare un senso alla mia vita? La sua funzione di adulto è proprio questa: indicarmeli, questi ideali, trasmetterli alle future generazioni! Lo so: la capacità di iniziativa, la fantasia, l’intraprendenza, la voglia di creare qualcosa di nuovo, di valorizzare ciò che siamo e sappiamo fare…Questo lei mi direbbe.
Oggi però il mondo sembra essersi fermato, sembra non volere andare più da nessuna parte: io lotto, ma non per un ideale, non per realizzare un mio sogno, ma per riuscire a sopravvivere in un mondo sempre più cupo, dove esisterò semplicemente per garantirmi il pane, solamente per continuare ad esistere. Ma che vita sarebbe questa? Voi magari il mondo pensavate di poterlo cambiare: avvertivate un futuro nelle vostre mani. Io, qui e adesso, questo futuro non lo vedo.
Si parla continuamente di crisi economica, di disoccupazione, di guerra. E il solo modello che si diffonde sempre di più è quello della competizione spietata: il modello di ‘uno su mille ce la fa’. Ma lo capisce che cosa vuol dire vivere con una sola via da seguire, la via angosciosa del successo individuale a tutti i costi?
Siamo spenti, ci dite. Non è così: siamo disperati! Forse è meglio dire in questo modo. Perché ciò almeno vi mette di fronte a delle responsabilità. Lo ammetto con franchezza: i giovani hanno bisogno degli adulti. Contrariamente al teatrino che i media mettono in scena: l’adulto che critica i giovani, rinfacciandogli che sono giovani; i giovani che criticano gli adulti, rinfacciandogli che sono vecchi! Ma le arene, si sa, garantiscono sempre un pubblico: una audience. E così mi fa schifo anche tutta questa polemica da ferragosto innescata da lei. I giovani hanno bisogno degli adulti, lo ripeto. È stato sempre così. Ed oggi, ancora più di ieri. Abbiamo bisogno di adulti, ma di quelli veri. Non di adulti che ci rimproverano, che vanno a caccia delle nostre colpe, delle colpe che non abbiamo: abbiamo bisogno di adulti che ci comprendano, fino in fondo. Che ammettano la miseria del tempo che ci è toccato in sorte: a noi e a loro. Ce ne sono, mi creda: un insegnante, a volte, un prete o un amico. Allora, di fronte a loro, ci togliamo la maschera del sorriso, della leggerezza a tutti i costi, e gli riveliamo tutta l’angoscia del nostro vero sguardo: tutto il buio e la disperazione che questo mondo ci ha seminato dentro. Quasi sempre nemmeno loro sono in grado di indicarci la strada, perché sono persone che non vogliono imbrogliare nessuno, che dicono solo quello che sanno veramente. E sanno che oggi non si può più giocare a fascisti e comunisti, e che tutto si è ridotto a mercato di ideologie e propaganda di regime per gli allocchi. Ma per lo meno hanno l’onestà di guardarci dentro il nostro buio”.
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