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Piergiacomo La Via

summum ius summa iniuria (la chiusura dell’Atelier sul Mare di Tusa)






Il sommo diritto, cioè l’applicazione rigida o eccessiva della legge genera grande ingiustizia.

La incredibile vicenda della chiusura dell’Atelier sul Mare, a Castel di Tusa, mi riporta a questo adagio latino (attribuito a Cicerone).

E questo è quanto accaduto con ogni probabilità.

Qualcuno toglie le ragnatele a una delle tante leggine in materia di asserite sicurezza o igiene e, in un fiat, viene chiusa non una locanda di second’ordine ma un Museo-Albergo di arte contemporanea tra i più conosciuti non solo in Sicilia ma nel mondo (il New York Times ed altre testate internazionali gli hanno dedicato più di un servizio).

Il “figlio” di Antonio Presti, come ama definirlo lui. Un centro di cultura e di bellezza, che si affaccia in una delle spiagge più suggestive del Tirreno, le Lampare e che coniuga arte e residenza in stanze arredate da prestigiosi scultori ed artisti.

Chiudere l’albergo nel pieno della stagione é una scelta tanto sciagurata quanto incomprensibile.

Un vero e proprio delitto compiuto alla luce del sole. Che però nessuno vede.

Se uno Stato non riesce a tutelare uno dei suoi cittadini più talentuosi, qual’è indubbiamente Antonio Presti, non è uno Stato democratico. Anzi non è proprio uno Stato.

E i Sindaci ?

Quelli della valle di Halaesa e gli altri della costa o anche quelli dell’interno cosa fanno, nulla ? Vogliamo dimenticare che l’Atelier e la Fiumara d’Arte, un grande Museo sotto il cielo, anch’esso voluto e finanziato sempre da Presti, sono risorse ineguagliabili per il nostro territorio ?

Quando qualcuno mi risponde, ma la legge prevede, la legge prescrive…., mi viene soltanto da ridere.

La legge non è mai un limite od un ostacolo. La legge è lo strumento che ci consente di fare progredire la società ed i suoi componenti in maniera ordinata ed armonica.

E non possiamo sottacere che l’ordinamento, nello specifico, prevede anche la possibilità delle “ordinanze in deroga” che si adottano per affermare interessi e finalità superiori. Così come, mi dicono gli specialisti del settore, l’ultimo decreto milleproroghe consente alle strutture turistiche di adeguare gli standard fino al dicembre 2024.

Ma il problema ovviamente non è burocratico, è politico e sociale. Le soluzioni tecniche sono solo aspetti marginali che, comunque, vanno trovate subito e senza alcun indugio.

Il “cavallo eretico” (realizzato da Antonello Bonanno, un mio compagno d’infanzia a Capizzi), che Antonio ha rimosso dopo aver cessato l’attività, in una reazione luddista, comprensibile ma non del tutto condivisibile, va riposto nel suo sito.

Il cavallo deve continuare a dare il benvenuto a tutti. Agli eretici, cioè coloro che amano cercare la verità, ma non solo. A tutti i laici, a tutte le donne e gli uomini di buona volontà che credono nella fratellanza universale e nella bellezza anche come momento di esaltazione delle diversità.

L’Atelier sul Mare deve riaprire. L’attività riprendere. Le visite al museo-albergo intensificate, magari estese alle scolaresche del territorio, affinchè i ragazzi conoscano i nostri tesori e possano fare meglio di noi nella società del domani.

Una sola cosa oggi deve cessare. Questo silenzio assordante sulla gravissima vicenda.

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