Il suo negozio è ancora lì da decenni, in Via San Benedetto a Nicosia. Don Tanino al secolo Barone Gaetano, ha ancora tutto in ordine, dalle specchiere alle poltrone, dalle forbici, al rasoio e il pettine, ma soprattutto ha ancora la vivace curiosità che lo ha animato da sempre..
A 93 anni compiuti, don Tanino è ancora il, l'attento e acuto barbiere di sempre, la presenza amica in città, lo vedi spesso concedersi ancora passeggiate nel centro storico, con il bastone da passeggio , dagli abiti e il portamento elegante, dirigersi ad aprire la sua mitica barberia.
Classe 1931, ha sempre lavorato amando il proprio lavoro. “Era il 1938, in piena era fascista, noi eravamo poveri, e allora, come si usava all’epoca, mio padre conosceva don Nicolino La Porta, barbiere, gli chiese se mi prendesse a lavorare e lui disse di si.
Non c’è paga – mi ha detto subito, il primo giorno che arrivai – se sarai bravo potrai prendere le mance dai clienti.
E così ho cominciato”.
Al mattino a scuola, nel pomeriggio alla bottega dal barbiere.
Tanino diventa sempre più bravo, “a dodici anni, ho iniziato a usare anche il rasoio, perché non era facile: la pelle andava tesa bene e il rischio di ferire il cliente era alto. Ricordo la rasatura del mento, il mento era proprio un tabù perché era la zona del viso dove era più facile ferire il cliente”.
A poco più di venti anni era quasi pronto ad intraprendere la professione autonomamente “Il mio primo cliente è stato un mio cugino, per provare, un giorno l’ho fatto sedere nel cortile di casa e gli ho tagliato i capelli. La gente del vicinato allora mi chiedeva di tagliarli anche a loro e così, dopo il lavoro, andavo nelle case a tagliare i capelli. La gente era povera e spesso la mia paga era qualcosa da mangiare, che consumavo a tavola con i miei famigliari”.
Era una Nicosia diversa, una Nicosia che aveva vissuto la guerra e che a fatica provava a riprendersi. E noi giovani eravamo alla disperata ricerca di occasioni e di sogni da realizzare. “Avevo poco più di vent’anni, lavoravo, ma come tutti i giovani, mi piaceva anche divertirmi quando potevo andare a ballare ed essere elegante.”
Da li a poco apre la sua barberia “Si lavorava tutta la settimana, anche la domenica, al mattino, e dal martedì al sabato spesso sino a tardi e con una pausa risicata”.
Dalla sua barberia per quasi 70 anni, sono passati tante generazioni di nicosiani, politici, artisti, contadini……e nelle ore di pausa leggeva e studiava..
Don Tanino “u Barone” continua a parlare e a raccontare aneddoti, ridiamo e chiacchieriamo come due vecchi amici, infatti mi conosceva da sempre, sia quando ero garzone dai sui concorrenti " Nino e Pippo " e sia durante la mia breve stagione di assessore comunale.....
Mi piace chiudere questo breve articolo con quanto mi ha detto prima di lasciarci.
“La scuola è la bottega, bisogna andare con lo spirito di sacrifico, per imparare un mestiere. Ma i giovani sono bravi è la tv che non insegna niente (tv e social, verrebbe da precisare). Solo tante balle! I giovani si devono appassionare a un mestiere, avere lo spirito di andare e fare, non guardare orari, la paga, le ferie ecc. ecc. e ve lo dice il più vecchio parrucchiere d’Italia.
Su questo spunto il nostro incontro finisce, raccolgo i miei appunti , ci abbracciamo, forte e con gli occhi lucidi esco per dirigermi verso casa, non prima di aver ancora una volta salutato con la mano quello che è oggi un monumento vivente per laboriosità e serietà della nostra comunità.
Alla prossima, don Tanino !
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