All’indomani del 19 Luglio 1992 cominciarono le menzogne, infarcite di retorica su via D'Amelio. Era domenica quel 19 Luglio 1992 e all'altezza del civico 19 di via D'Amelio morivano, in un attentato mafioso/terroristico: Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi , Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Questa è l'unica certezza. A ammazzare di nuovo i due giudici fu la trasformazione in santi che cominciò subito. Eroi antimafia diventarono e come tali figurine di carta da usare per diventare eroi come loro senza però morire. Li hanno usati tutti: giornalisti, politici, imprenditori, manifestanti e organizzatori di eventi. Si è parlato del loro sacrificio e sempre meno del loro lavoro e con la complicità del giornalismo aneddotico, l'analisi è stata sostituita dalle poste di rosario laico. Un capolavoro . Falcone e Borsellino trovarono da morti una schiera di amici che se si fosse palesata da vivi forse gli avrebbe impedito l'indifferente cumolo di amarezze ed isolamento patita in vita. I professionisti dell'antimafia sono aumentati a dismisura e ai poliziotti, ai giornalisti , ai politicanti con la fiuredda di Falcone e Borsellino in mano, si sono aggiunti gli uomini di buona volontà e di nessuna fattività che facendo per loro credono o vogliono
far credere di agire per il bene altrui. Schifo e indignazione direbbe un cabarettista ispirato. L’antimafia è diventata un sistema di potere con metodologia mafiosa che non usa i killer per ammazzare a colpi di pistola chi non si piega, ma si limita a tenere i fili di tanti burattini istituzionali e oggi anche a Totò Cuffaro, condannato per mafia, tocca un “la mafia fa schifo”.
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