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Immagine del redattoreAlain Calò

TRIBUNALE ECCLESIASTICO DIOCESANO: FUORI I NUMERI!!!


Papa Francesco ha avuto un tempismo perfetto, sembrando quasi che abbia letto i nostri ultimi articoli. Infatti lo scorso 25 gennaio, ricevendo i prelati uditori del Tribunale della Rota Romana, ha detto che la riforma (quella della istituzione delle sacre rotine per intenderci) serve per favorire processi più veloci e non annullamenti più veloci. Il principio è sacrosanto, però quando l’idea si scontra con la realtà dei fatti ci ritroviamo agli episodi grotteschi che abbiamo raccontato nei precedenti due articoli.

A questo punto Papa Francesco ci dà un assist. Dato che avere la Diocesi a Nicosia è certamente un bene per la cittadinanza cattolica (e anche non cattolica per certi versi), non vi pare che sia “cosa buona e giusta” che la cittadinanza conosca che cosa succede all’interno? Ovviamente senza toccare la privacy (anche se la gente mormora e vox populi, vox Dei) basterebbe che il tribunale ecclesiastico, nella persona del suo responsabile, ovvero don Filippo Rubulotta, in maniera molto trasparente facesse sapere quante sono le istanze presentate e quante siano le sentenze di annullamento. Per quello che il “mugugnamento” del popolo vorrebbe far apparire, sembra che questa percentuale se non è il 100% poco ci manca. Ma noi ci rifiutiamo di credere ad una cosa del genere perché capite bene se ci fosse una percentuale altissima di annullamenti vuol dire che qualcosa non va. Significa che il sacramento matrimoniale, soprattutto per quei pochi che ci credono ancora, non è altro che un capo di vestiario da indossare all’occasione e che poi basta appigliarsi ad un capo qualunque di annullamento e con un colpo di spugna siamo pronti per il prossimo matrimonio. E se anche dopo 25 anni improvvisamente uno si sveglia e dice “mo’ mi faccio annullare il matrimonio” magari con una sentenza negativa da parte della Rota Romana e nel tribunale ecclesiastico di Nicosia glielo si scioglie per vari burocratismi, bè un problema si pone. Non fosse altro che così facendo si manderebbe al diavolo (mai espressione fu più azzeccata) tutta quella tiritera di preparazione al matrimonio con tanto di interrogatorio sotto giuramento (vabbè, qualcuno direbbe che all’epoca si è mentito, poi dovrebbe spiegarci come non dovrebbe mentire anche per farsi annullare il matrimonio, ricordandoci che comunque mentire due volte è un’affermazione). Ma non vi preoccupate: queste sono solo fantasie che sicuramente si scontreranno con la grande apertura e trasparenza della Diocesi di Nicosia ben pronta a pubblicare questi dati per dimostrare che siamo dinnanzi ad un tribunale perfettamente funzionante dove emerge la verità e non certamente un nullificio smacchiatore, scolorina o quel che volete.

Ovviamente, magari il nostro don Filippo Rubulotta (al quale dobbiamo dedicare un tributo perché ha più ruoli e titoli lui in questa Diocesi che un imperatore del Sacro Romano Impero e quindi bisogna elogiare chi riesce a trovare il tempo a fare tutto nonostante è risaputo che fare tante cose non permette di farle bene e quindi potrebbe essere a sfavore di un funzionamento eccellente del Tribunale ecclesiastico stesso) non avrà avuto modo di leggere i nostri precedenti articoli in cui già si chiedeva questo dato e quindi sarà nostra cura mandargli mail ufficiale, attendendo in maniera trepidante una risposta.

Anche perché il gregge di Dio è sicuramente degno di sapere come si comportano i pastori, o forse è solo buono a versare gli oboli e andare dietro a qualche statua in processione?

Alain Calò

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