TROINA. Al Cine-Teatro Andrea Camilleri di Troina, ieri pomeriggio, per celebrare il decimo anniversario della fondazione a Troina dell’associazione antiracket, sono intervenuti: Luigi Ferrucci (presidente nazionale Federazione Antiracket Italiana-FAI), Paolo Terranova (coordinatore FAI–Sicilia), Silvestro Trovato Salinaro (presidente associazione antiracket di Troina), Alfio Giachino (sindaco del comune di Troina), Fabio Venezia (deputato regionale e componente commissione antimafia regionale), Maria Carolina Ippolito (prefetto di Enna) e Maria Grazia Nicolò (commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura). Alla manifestazione non poteva mancare Tano Grasso, che della FAI è stato il fondatore, per il suo antico legame con Troina e per aver sostenuto la fondazione della locale associazione antiracket. Seduto tra il pubblico, Grasso è stato il destinatario di gesti autentici di affetto e di stima da parte dei troinesi: abbracci e calorose strette di mano. Ferrucci, che ha coordinato e introdotto la manifestazione, ha definito l’esperienza dell’associazione antiracket di Troina un modello da esportare in altre realtà perché ha saputo organizzare la ribellione di allevatori, agricoltori, commercianti e artigiani contro la criminalità mafiosa operando in stretta collaborazione con le istituzioni pubbliche, Stato e Comune. Di questa collaborazione tra il comune di Troina e l’associazione antiracket, ne va orgoglioso il sindaco Giachino che ha sottolineato la presenza dello Stato nell’esperienza di Troina e di un forte muro sul quale si infrangono tutti i tentativi di penetrazione mafiosa nel tessuto socio-economico del paese. Trovato Salinaro, giovane imprenditore agrozootecnico, ha messo in risalto un tratto fondamentale dell’associazione che raccoglie 15 imprenditori: la coesione. “Non è stato facile mettere insieme tante persone, ma siamo consapevoli che dobbiamo restare uniti perché da soli non si va da nessuna parte”, ha detto Trovato Salinaro. Terranova ha avuto parole di elogio per l’associazione di Troina ritenuta “il fiore all’occhiello” della FAI Sicilia alla quale aderiscono 13 associazioni tra le quali ci sono quelle di Agira, Leonforte, Regalbuto e Troina. Ha messo in risalto il ruolo che ha avuto Tano Grasso nella costruzione della FAI. Venezia, che era sindaco di Troina quando fu fondata l’associazione antiracket, ha detto che “abbiamo il dovere di non dimenticare quello che è successo”. E per non dimenticarlo, ha ricostruito il contesto in cui è maturata la nascita dell’associazione antiracket a Troina 10 anni fa quando si manifestò in forma plateale il piano di assoggettamento dell’economia locale agli interessi di due gruppi mafiosi: quello della mafia dei pascoli di provenienza tortoriciana e l’altro legato alla mafia urbana dei Santapaola di Catania. Gli strumenti usati erano quelli tipici del terrorismo mafioso: furti di mezzi agricoli abigeato nelle campagne, incendi di auto, imposizione di fornitori ai commercianti, imposizione del pagamento del pizzo alle imprese edili. Erano degli episodi allarmanti di cui gli operatori economici e le istituzioni locali ne colsero la pericolosità e reagirono con accortezza e fermezza. “Abbiamo incoraggiato e sostenuto gli operatori economici nella denuncia di questi crimini”, ha ricordato Venezia. Che questi dieci di esistenza dell’associazione antiracket a Troina abbia prodotto dei risultati apprezzabili lo capisce dalle parole del prefetto Ippolito: “Oggi la situazione è più tranquilla, il numero delle denunce è più ridotto rispetto a quello del passato, ma le attività di prevenzione e contrasto della criminalità mafiosa condotte dall’associazione antiracket e dalle istituzioni devono continuare”. La commissaria Maria Grazia Nicolò ha spiegato che a Troina “la situazione è cambiata perché c’è stato un atto di ribellione contro la criminalità organizzata”. Per la commissaria, fondamentale è il ruolo dell’associazione che accompagna, nell’accesso al fondo di solidarietà nei procedimenti penali, l’imprenditore che denuncia. La lotta alla criminalità organizzata, che da soli non si può sconfiggere, è anche un fatto culturale. “In questa lotta, c’è la presenza dello Stato in tutte le sue articolazioni (carabinieri, polizia di Stato e guardia di finanza). “L’associazione antiracket è un ausilio di prossimità allo Stato e quella di Troina n’è un esempio, un modello da esportare in altre realtà”, ha concluso la commissaria straordinaria Nicolò.
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