È successo di nuovo (ormai ne abbiamo uno all’anno): uno stadio di un lanciatore cinese (leggasi, per la casalinga di Voghera, “razzo”) è, usiamo termini catastrofistici, in rotta di collisione con la Terra. Togliamo adesso di mezzo questi toni stupidi e riportiamo tutto ad una visione più normale. C’è una probabilità bassissima (ma proprio bassa) che un siffatto oggetto (o meglio, parti anche infinitesimali) possa fare danni alle nostre persone. È certamente molto più facile vincere al superenalotto ed essere colpito da un fulmine praticamente nello stesso momento. Ma vabbè, i puristi molto diligenti delle probabilità (la molta diligenza, soprattutto ai dettagli ignorando tutto il resto, è segno quasi sempre di grandissima ignoranza) diranno che seppur minima non è zero quindi qualcosa potrebbe accadere. E vabbè, se proprio qualcuno vuole dormire sogni tranquilli magari può evitare di stare vicino alle finestre o uscire ma sono delle precauzioni un po’ troppo esagerate per un evento del genere. Ma ognuno ha delle sensibilità diverse (quando non entra in gioco la stupidità). Speriamo di non dover assistere a riti di isteria collettiva come l’anno scorso con riunioni notturne di preghiera perché è “arrivata la fine del mondo”. Quelle preghiere sono un insulto verso chi ha fede e sono molto più assimilabili a riti scaramantici che ad un’espressione di fervore religioso. Speriamo anche che la comunicazione proposta (qualora dovesse esserci) sia molto più sobria e corrispondente al vero perché, a prescindere da tutto, l’unico modo per rasserenare gli animi è quello della chiarezza e della verità. Detto ciò, non perdiamo occasione, ancora una volta, di lanciare noi un vero e proprio allarme (ma su questo nessuno fa riunioni di preghiere… vabbè sarebbe inutile) sull’impatto dell’Uomo, nei pochi anni di era spaziale che abbiamo finora vissuto, nel lasciare vari detriti orbitali che stanno sempre più ostacolando le attività spaziali. Vi sono orbite molto rischiose da utilizzare per i satelliti e i vari detriti messi in circolo (detriti che vanno da particelle piccolissime a vari metri) comportano anche, per i vari satelliti e anche per la stessa Stazione Spaziale, delle manovre per poterli evitare con consumo di propellente. Ci vuole una “cultura dello spazio”, prendersi cura dello spazio come ci prendiamo cura dell’ambiente circostante perché il non inquinare sulla terra ma inquinare in cielo è allo stesso modo dannoso per noi.
Quindi manteniamo la calma (ancora una volta… o almeno stavolta) per questo “razzo” cinese e speriamo che il prossimo anno con quello nuovo "in rotta di collisione" (ormai pare un appuntamento fisso) si sia già avviato un dibattito sui detriti spaziali.
Comments