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Stefano Vespo

Una scuola per restare umani



Un progetto di educazione alla pace realizzato dall’Istituto Comprensivo di Castelbuono “Minà Palumbo” trasforma la scuola in laboratorio di pace e di promozione della difesa del territorio della Sicilia dal rischio della militarizzazione.

Il motivo per cui esiste la scuola è quello di mantenere il dialogo, esclusivamente ed essenzialmente umano, tra adulti e ragazzi; quel dialogo in cui vengono trasmesse le esperienze e i valori, per i quali hanno vissuto le generazioni precedenti, alle generazioni future, che da quelle esperienze e valori dovranno partire per modellare un mondo diverso.

Gli alunni dell’Istituto Comprensivo “Minà Palumbo” di Castelbuono e i loro insegnanti, grazie al sostegno e alla formazione di Pax Christi, Mosaico di Pace e alla Rete Italiana Pace e Disarmo, hanno avviato un progetto di educazione civica interamente incentrato sul tema della pace e del rifiuto degli armamenti nucleari. Il progetto si è concluso con un momento di scambio e dialogo avvenuto nella sala Mattarella del Palazzo dei Normanni a Palermo. Un evento appassionato e a tratti commovente, come quando un’allieva di origini palestinesi ha letto la sua lettera, in cui immagina una pace che non sia soltanto una breve pausa tra due guerre, in cui immagina un mondo in cui semplicemente gli uomini siano fratelli che si tengono per mano: “Perché non posso immaginare due fratelli che si fanno la guerra!”.

Francesco Vignarca, che coordina il progetto “Italia, Ripensaci”, ha parlato del Trattato del 7 Luglio del 2017, lo storico trattato con il quale l’Assemblea dell’ONU mette al bando le armi nucleari. Approvato con il voto di 122 stati, il Trattato attualmente è stato sottoscritto da 80 paesi. Naturalmente, manca la firma dell’Italia. Il progetto vuole coinvolgere le città italiane per inviare le mozioni dei consigli comunali in cui si invita il Governo alla firma del Trattato.

Di grande spessore morale l’intervento di Antonio Mazzeo, insegnante e giornalista, che rispondendo alla domanda di un alunno ha parlato del suo impegno decennale contro la militarizzazione e la cultura della guerra, e di quali in generali siano i sacrifici a cui va incontro chiunque decida di mettersi dalla parte della propria coscienza.

Il nostro intervento, come Comitato Identità e Sviluppo, ha messo in luce la forza di cui è depositaria la società civile, quando riesce ad opporsi in modo unitario ai progetti di militarizzazione del territorio promossi dalle amministrazioni.

Le professoresse che hanno seguito il progetto, insieme alla dirigente Antonella Cancila e Francesco Lo Cascio, di Pax Christi di Palermo, hanno sottolineato la funzione importantissima della scuola nella tutela dei valori della pace e della non-violenza. Una funzione importante, proprio in questo momento, nel quale l’esercito italiano cerca di entrare anche nella formazione scolastica per diffondere una cultura fondata sul culto della difesa a tutti i costi e su un eroismo vuoto fine a se stesso.

Un evento importante, nel corso del quale sono state lanciate nuove proposte, come l’estensione della campagna “Italia Ripensaci” a tutti i comuni minacciati dal progetto della militarizzazione: Gangi, Nicosia, Sperlinga, Petralia e in generale a tutti i comuni delle Madonie.

Bisogna lavorare: nelle scuole, nei comuni, attraverso assemblee pubbliche e progetti che coinvolgano le scuole, per arginare una cultura della guerra, che ogni giorno di più rischia di penetrare nella società, che ogni giorno di più rischia di farci assuefare al dolore, allo sterminio di intere popolazioni.

Mille gru di carta colorata realizzate dai ragazzi sono state il simbolo di questo incontro: perché, secondo una leggenda giapponese, dopo aver realizzato mille origami a forma di gru qualunque nostro desiderio potrà avverarsi.


Stefano Vespo

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