Uscito il primo "quaderno" del nostro blog.
STEFANO LA MOTTA - IL BARONE EVERSORE
Per quanti vorranno riceverne una copia in pdf, possono richiederla su aldolaganga@gmail.com
Di seguito potete leggere la premessa che apre questo opuscolo
Questo “quaderno” ha la sola pretesa di riaprire una discussione su un personaggio, il barone Stefano La Motta dalle dubbie moralità, la cui attività principale fu quella di salvaguardare il suo patrimonio terriero e immobiliare, i suoi privilegi e la qualità della vita, incluso le sue passioni sportive e soprattutto fu quella di mobilitarsi fino allo stremo per sovvertire la repubblica democratica italiana uscita dalla resistenza.
Questo quaderno nasce esclusivamente per un atto di stizza nei confronti di chi tenta di promuovere questo personaggio figlio della nobiltà nicosiana, evidenziarne la sua attività di sportivo e contestualmente di evitare totalmente di dire una sola parola sul suo trascorso separatista, facendolo passare in sordina o ancora peggio se mai fosse possibile di cancellarne i trascorsi di eversore e di mandante di tanti atti criminali, incluso quello che ha visto assassinare carabinieri, poliziotti , braccianti e contadini e tanti cittadini inermi.
Chi invoca l'attività di sportivo del La Motta, dimenticando volutamente il suo operato delinquenziale, finge di non sapere che dal 1943 al 1946, tutti gli atti più importanti che riguardano l'attività soprattutto clandestina dei separatisti, videro il barone sempre in prima fila nel doppio tentativo di rendere indipendente la Sicilia e contemporaneamente reprimere anche con la violenza le lotte di contadini, braccianti e operai per una società più giusta, equa e solidale.
E’ da anni chiaro a tutti, che in tutti i passaggi più importanti dell'attività pubblica e clandestina dei separatisti siciliani, e mi riferisco all'attività del Movimento per l'indipendenza della Sicilia, all' attività confidenziale con l'armata alleata e con i servizi segreti britannici, ai suoi rapporti con l'EVIS e con il bandito Giuliano, avuti sia prima che dopo la strage di Portella della Ginestra, alla fondazione della GRIS l'esercito che venne fondato dopo la morte del Professore Antonio Canepa, che permise ai più pericolosi mafiosi siciliani di entrare a fare parte organicamente della lotta insurrezionale, e mi riferisco a Calogero Vizzini, a Rosario Avila e a tanti altri…… E’ sempre presente figura del barone Stefano La Motta.
E la nostra cittadina che fa?
Invece di iniziare un percorso di analisi e valutazione seria e complessiva sull’operato del barone Stefano La Motta organizza mostre, va in missione a deporre fiori sulla lapide, incoraggia e sostiene di intitolare una manifestazione di veicoli storici proprio a lui, il barone eversore della neonata repubblica democratica italiana e come se non bastasse tutto questo, gli amministratori cittadini ne patrocinano l'evento e lo sostengono economicamente.
A dimostrazione di essere disinteressati alla verità storica e che tutto viene mosso da un sentimentalismo ideologico, una condivisione probabilmente anche politica e soprattutto un tentativo veramente goffo e inconcludente di voler riscrivere la storia. Un tentativo culturalmente e politicamente molto discutibile e irrispettoso delle tante vittime che anche il comportamento e le azioni del La Motta produssero.
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