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Immagine del redattoreGabriella Grasso

Vergogna siciliana

Aggiornamento: 12 ago 2022

Martedì 26 luglio, nell’area eventi di villa Bonsignore, l’onorevole Carrara, orgogliosamente missino e apparentemente nostalgico della destra xenofoba, antiatlantista, antieuropeista, sciovinista, omofoba, transfobica, ha presentato il suo “Orgoglio Siciliano” edito da Bonfirraro.

Su un palco addobbato a salotto culturale, con “arrinisciuto” giornalista e cantautore di origine ennese ma a vocazione globale, avvocato, editore e sindaco, stanco per l’ennesimo consiglio comunale sull’ospedale Ferro/Branciforti/Capra. Polarizzati su un’ideologia repubblicana e sovranista, e convinti che la sinistra sia solo fatta di radical chic/buonisti, pronti ad accogliere tutti gli africani desiderosi di cambiare aria solo perché gli va, si è discusso di Statuto siciliano.


L’onorevole Carrara ha dichiarato la sua superiore conoscenza dello Statuto, e le innumerevoli potenzialità dello Statuto stesso. La Sicilia potrebbe agire come uno Stato indipendente, battendo perfino moneta, eguagliando e anche superando yen, dollaro, euro e rublo; ma l’onorevole filoputiniano? al punto da inorridire per le armi inviate a un Paese sovrano invaso da una potenza imperialista a scapito dei consumatori italiani, costretti a centellinare la benzina, ha concesso solo alla moneta russa un possibile maggiore valore di scambio. L’onorevole Carrara ha inoltre condannato l’attuale classe politica, perché pavida e nepotista. Un tempo, invece, i politici erano tutti eroi pronti all’estremo sacrificio per il bene del partito. Oggi, di quelle scuole politiche, che resta? Carrara ha anche subordinato il danno mafioso a quello di mercato, ignorando l’origine comune dei due mali, ossia il capitalismo, che non risolve la povertà, ma la crea e poi la criminalizza, e ha ribadito la sua benevolenza verso gli ultimi, purché italiani, cattolici, eterosessuali, camerati e disposti allo sfruttamento aziendale. A chiudere la serata è stato l’intervento del presidente del Lions che ha domandato, senza pretendere risposta, cosa è rimasto dell’orgoglio siciliano, di questi valori? Perché Rosa Balistreri è sepolta a Firenze e Camilleri a Roma? Azzardiamo noi (comunisti) una risposta: l’hanno scelto loro. Hanno scelto di lasciare la Sicilia perché terra di mancate possibilità; perché Rosa Balistreri a Licata avrebbe potuto essere solo una vittima del più becero patriarcato? E Camilleri, a Porto Empedocle, avrebbe potuto superare una cultura conservatrice e omertosa, che l’avrebbe sminuito per averla vilipesa come i filmetti che denigrano i nostri usi e costumi? (Come il Padrino di Coppola, che non è piaciuto all’onorevole, anche se tratta della mafia americana non di quella siciliana.)


Purtroppo non si è potuto concludere con un A Noi a braccio teso, ma non tutto è perduto, e boia chi molla.



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