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Immagine del redattoreAldo la Ganga

“ VOLEVO FARE IL POMPIERE” Intervista a PAOLO PASI Giornalista RAI, scrittore e musicista

La mia passione per la cultura libertaria, mi ha permesso di conoscere i suoi libri

E Paolo, di libri ne ha scritti parecchi, per citarne alcuni : Memorie di un sognatore abusivo e, Il sabotatore di campane, per la casa editrice Spartaco o quelli editi per Eleuthera : Ho ucciso un principio. Vita e morte di Gaetano Bresci, l'anarchico che sparò al re, Antifascisti senza Patria o Pinelli una storia, e per ultimo quello pubblicato per Prospero editore qialche mese fa il nuovo mondo. Trilogia del tempo.

Paolo Pasi è persona speciale, un grande professionista e musicista e soprattutto un eccellente scrittore, i suo libri sono vere rivelazioni, molto belli, ben scritti e molto, molto attuali,che consiglio caldamente a tutti.


Da bambino dicevi “da grande farò lo scrittore”?


No, in realtà volevo fare il pompiere. O l’astronauta perché ero soggiogato dalla luna. Forse era la dimensione del viaggio ad attirarmi, nonostante godessi di un’infanzia serena e adorassi la mia casa. Lavoravo molto di fantasia, questo sì, come spesso accade ai bambini. Immaginavo storie di ogni tipo, e quell'impronta mi è rimasta dentro.


Dopo il mondo utopistico, ma forse neanche poi tanto, in cui chi sogna viene tassato, che hai presentato ne “Memorie di un sognatore abusivo”, nel tuo ultimo romanzo,“Il sabotatore di campane”, presenti invece una realtà, quella di Roccapelata e dei suoi abitanti disposti a tutto pur di apparire, che si avvicina molto a quella attuale. Pensi davvero che la situazione in Italia da quel punto di vista sia così disperata?


Che dirti? Spero che non sia così disperata, e in fondo non voglio crederlo, ma la sua rappresentazione mediatica si avvicina molto a Roccapelata. Abbiamo finito per credere di più alle suggestioni delle apparenze e meno alla nostra esperienza diretta, soprattutto quando mette in discussione le nostre certezze. Oggi l’anima che si esprime nella musica, nella scrittura, nell’arte sembra considerata un optional rispetto all’ossessione di un palcoscenico. Esserci conta più che essere, e la cosiddetta realtà di fatto, che si esprime nei dati statistici, prevale sui sogni. C’è un aspetto comune che lega Il sognatore abusivo e Il sabotatore di campane. La libertà costa, e spesso scegliamo di barattarla in cambio di presunte sicurezze. Crediamo a torto che sia meglio non confrontarsi con le rivelazioni talvolta scomode e inquietanti dei nostri sogni.



Qual è la cosa più bella che è stata detta riguardo a un tuo romanzo? E la più brutta?

La più bella viene da tutte quelle persone che mi hanno detto una frase di questo tipo: . Penso poi alle belle parole di Fernanda Pivano scritte nella prefazione al mio terzo libro, Le brigate Carosello. Il ricordo più brutto, invece, è la bocciatura dei miei primi racconti da parte di un agente letterario. Usò parole dure e, secondo me, immotivate, con riferimenti alla storia molto approssimativi. Pensai che avesse letto un altro libro, ma subentrò presto in me la consapevolezza che le strade dell’immaginazione sono ardue, e che avrei potuto migliorare lo stile insieme alle idee. Tra l’altro da quell’episodio ho ricavato una canzone, L’editore, che fa parte del mio cd Fuori dagli schermi.


Cosa consiglieresti a un aspirante scrittore ?

Di vivere la propria passione in modo sano. Scrivere ciò che emoziona, non ciò che conviene, ricavare puro godimento dalla stesura senza preoccuparsi troppo di ciò che penseranno amici, familiari, critici o editori. Uno stile che ci appartiene è sicuramente meglio di una vittoria ottenuta bluffando. Le sconfitte e le delusioni fanno parte del tragitto che passa anche attraverso la fatica, mentre l’unica ricompensa certa viene dall'immaginazione. Per molti ne vale la pena, e anche per me.


Un autore/autrice italiana che stimi tantissimo? Consigliaci un suo libro.

Adoro Luciano Bianciardi, autore controcorrente che considerava il successo solo come il participio passato del verbo succedere. Considero il suo romanzo La vita agra un capolavoro, perché mette a nudo le ipocrisie del boom economico ma sa andare oltre quel periodo e assume una valenza più ampia.



Qual è Il tuo colore preferito?

Ahi, domanda difficilissima, da non porre a un indeciso che vorrebbe tanti colori… Tra i preferiti ci sono sicuramente il verde e il rosso, guarda caso i colori delle copertine dei miei ultimi due romanzi con Spartaco.


( intervista apparsa anche sul blog “ La Lettrice Rampante”)


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